Hands On Degrees of Separation
Un racconto fiabesco in chiave platform bidimensionale
Entrare in contatto con un prodotto videoludico spinge spesso il giocatore a farsi diverse domande, inerenti spesso non soltanto alle meccaniche che lo compongono, ma anche al vero e proprio messaggio che quest’ultimo cerca di esprimere con la propria storia.
Il genere platform è forse quello che meglio si adatta allo scopo, se non altro perché può essere arricchito dalla presenza di scenari accattivanti assistiti da puzzle, ed enigmi da risolvere, inerenti al contesto creato dalla storia stessa. Tra le varie proposte tripla A che stanno occupando il mese di gennaio alla grande, abbiamo avuto il piacere di passare qualche ora gradevole in compagnia di Degrees of Separation, platform 2D sviluppato dalla piccola Moondrop in collaborazione di Modus Games.
GHIACCIO E FUOCO
In un epoca antica ricolma di miti e leggende, due eroi dimenticati si svegliano dal loro sonno irrequieto. Ember e Rime vengono ridestati da sogni che sembrano attirarli l’uno all’altra, dato che la prima sembra avvertire la fredda e potente morsa del ghiaccio mentre il secondo, al contrario, si risveglia dal suo sonno agitato percependo potenti fiamme danzanti accompagnate da una luce accecante.
Man mano che i due proseguono nei luoghi a loro familiari, pian piano scoprono che qualcosa però è cambiato drasticamente, come se un’enorme forza antica e sconosciuta avesse distrutto gran parte del paesaggio, lasciandosi alle spalle solo macerie e distruzione.
La ricerca impellente di una risposta conduce i due ai margini di un lungo ponte sospeso nel vuoto, dove i due eroi vengono attirati all’unisono come sospinti da due forze magnetiche che in segreto attirano le loro anime verso lo stesso luogo.
Da questo momento in poi ha inizio il gioco vero e proprio, momento in cui al giocatore viene data la possibilità di comandare entrambi i protagonisti all’unisono o separatamente, selezionando il personaggio attivo grazie all’aiuto di una piccola farfalla alle loro spalle. Le poche informazioni centellinate durante il prologo, assimilabile come l’inizio di un tutorial se vogliamo, lasciano quindi spazio alla curiosità della scoperta, spingendoci alla ricerca di qualsivoglia tipologia di informazione riguardante non solo le origini di Ember e Rime, ma anche di chi o cosa abbia scatenato tutta la distruzione nel mondo a loro più caro.
L’avanzamento nel gioco viene intervallato da diversi momenti. Il primo risiede nella capacità di comprendere le abilità innate dei personaggi, alternando la loro presenza nello scenario con lo scopo di risolvere i diversi puzzle presenti. Ember è un essere fatto di calore, quindi il mondo intorno a lei fiorisce rapidamente assumendo tonalità calde, mentre Rime, composto da freddo, ghiaccia tutto ciò che lo circonda provocando gli effetti opposti.
Questi poteri innati dei due servono quindi a ghiacciare un lago e usarlo magari come piattaforma, per raggiungere un elemento separato dallo scenario, oppure a liberare il potente getto di un geyser per spingersi avanti in luoghi non raggiungibili semplicemente saltando. La natura puzzle platform del gioco emerge dimostrando una buona costruzione del level design, ed è interessante considerare come i due personaggi risultino piacevolmente utilizzabili sia in singolo che in cooperativa.
Certo, alcune sezioni riescono a nostro avviso molto meglio giocando in due, se non altro perché il timing di sostituzione del personaggio, soprattutto al momento in cui è possibile attivare un potere esplosivo, permette meglio di gestire il rimbalzo per raggiungere prima il luogo desiderato. In questa anteprima ciò che appare noto è che gli eroi possono esplorare il mondo alla ricerca di alcune sciarpe magiche, oggetti che racconti in maggior numero permettono l’apertura di alcuni portoni che conducono in aree diverse del gioco, dove è possibile conoscere un tassello in più della storia.
Non sembra essere presente alcun tipo di game over, considerazione dettata dal fatto che non abbiamo incontrato mostri sul nostro cammino, ma solo luoghi spogli dove sono nascosti frammenti del potere delle sciarpe. L’unico essere vivente incontrato oltre ai due protagonisti è un drago, ma non sappiamo quale sia realmente il suo ruolo nell’avventura.
Durante l’esplorazione sarà possibile inoltre sbloccare dei monoliti, una sorta di trasporto veloce pensato per muoversi più rapidamente nelle mappe esplorate, magari passando direttamente in quei punti dove sono presenti porte da aprire (collezionando sciarpe) e, appunto, altri frammenti di sciarpa da collezionare.
STILISTICAMENTE AFFASCINANTE
Lasciando per un momento da parte la storia, il fattore che emerge con più energia dalla fruizione del prodotto è il suo comparto artistico, considerato che riesce a creare due scenari identici nella forma, ma diversi nelle stagioni. L’influenza dei due personaggi si riflette anche nel paesaggio intorno a loro, ed è molto interessante notare come entrambi siano appunto l’uno l’opposto dell’altra e come, soprattutto, entrambi non siano in alcun modo in grado di toccarsi.
Questo fattore sicuramente emergerà in seguito nell’evoluzione della storia, ma oltre a questi particolari tecnici e stilistici il titolo ha sicuramente le carte in regola per raccontare una storia avvincente, soprattutto se consideriamo che tra gli ideatori di quest’ultima spunta il nome di Chris Avellone.