I prezzi dei videogame sono troppo bassi, secondo Capcom
Quando si suol dire fare una uscita infelice...
Il COO di Capcom Haruhiro Tsujimoto, oltre ad aver confermato che la compagnia giapponese intenda restare indipendente, in occasione del Tokyo Game Show ha espresso il suo parere anche sui prezzi dei videogame e vi avvisiamo subito che si tratta di una opinione controversa. Stando a quanto riporta Kotaku, secondo Tsujimoto i videogiochi dovrebbero avere un prezzo più alto rispetto ad ora. In primo luogo, perché i costi di sviluppo si sono alzati in maniera vertiginosa.
Tsujimoto osserva che produrre un videogioco oggi costi cento volte di più rispetto ai tempi del Nintendo (seconda metà anni '80), ma i prezzi dei videogiochi non si siano alzati in maniera analoga. Un aumento dei prezzi permetterebbe di aumentare i salari di coloro che lavorano nel settore. Inoltre, il periodo di recessione che sta attraversando l'economia globale non dovrebbe giustificare il mancato aumento dei prezzi, perché anche in periodi come questo le persone continuano ad usufruire normalmente dei mezzi d'intrattenimento (Tsujimoto fa l'esempio di cinema e concerti).
Prima di partire con l'indignazione, contestualizziamo il discorso: Capcom è una software house che offre ancora i propri prodotti a 60€ in un mondo che si è già avviato verso la soglia di prezzo degli 80€, quindi le parole di Tsujimoto potrebbero semplicemente indicare la volontà di allinearsi alla concorrenza, ma dalla traduzione è scaturito qualcosa di particolarmente infelice. Fatta questa doverosa premessa, possiamo passare all'indignazione.
Quello che Tsujimoto ha omesso dal discorso, che anche Kotaku fa notare, è che il videogioco odierno viene monetizzato all'uscita, poi con i DLC, i battle pass e le microtransazioni di varia natura, elementi presenti anche nei titoli Capcom. Inoltre, il mercato è talmente più vasto rispetto a quello degli anni '80 da non essere nemmeno paragonabile, senza contare che il digital delivery ha abbattuto i costi della distribuzione.
Resta pur vero che lo sviluppo di un videogame di primo piano sia sempre più oneroso, il che rende un eventuale fallimento ancora più doloroso per chi lo subisce, ma si tratta di un elemento di rischio che chi vuole partecipare ad un business così remunerativo deve accollarsi, senza pretendere di poterlo trasferire sulle spalle dei consumatori. E voi, cosa ne pensate a riguardo?