Il Giappone non supporta l'eSport quando il gioco si fa violento
Il dilemma morale di uccidere le altre persone, anche se sono virtuali
I tentativi di "istituzionalizzare" il fenomeno eSport si stanno scontrando con un singolare dilemma morale. Qualche settimana fa abbiamo visto che persino il CIO si sia interessato al movimento e intenda avvicinarsi ad esso, restando tuttavia fedele ai propri principi. Nello specifico, il Comitato Olimpico non vede di buon occhio quei videogame dove si uccidono altri esseri umani e la medesima posizione è condivisa da uno dei principali paesi produttori di videogiochi, il Giappone.
Il quotidiano nipponico Sankei ha intervistato Takashi Yamashita, ex ministro della giustizia, che è stato coinvolto in prima persona nei progetti del Partito Liberal Democratico giapponese volti a supportare lo sport in tutte le sue forme. Stando a Yamashita, il governo di Tokyo non può promuovere videogame dove si uccidono le persone, il che renderebbe problematico supportare categorie di giochi come ad esempio gli shooter.
Il governo giapponese ha intenzione di organizzare eventi di eSport nel prossimo futuro; dalle parole di Yamashita, si deduce che verranno presi in considerazione esclusivamente i videogame dove non si ammazzano le persone. Voi che ne pensate a riguardo? Sareste favorevoli o contrari al supporto di videogame che inscenano violenza sulle persone, seppur assolutamente fittizia?