Inafune si accoda alle polemiche

di Tommaso Alisonno

Sembra che ormai il malcontento degli sviluppatori Giapponesi nei confronti della "storica" industria videoludica locale sia diffuso come un'epidemia inarrestabile. L'ultimo ad essersi espresso negativamente, tra l'altro suscitando un po' di sorpresa dopo il suo intervento al Tokyo Games Show, é stato Keiji Inafune di Capcom sulle pagine del New York Times.


"Durante la conferenza Capcom avevo detto che l'industra dei giochi Giapponese non é morta finché c'é in giro Capcom, ma poi mi sono fatto un giro per il TGS e tutti quanti stanno facendo giochi orribili. Il Giappone é almeno cinque anni indietro rispetto all'occidente, e Capcom si salva a mala pena. Voglio studiare come vivono gli occidentali e realizzare giochi che possano interessarli."


Capcom d'altronde non é nuova alla "Occidentalizzazione" dei suoi team, con giochi come Dead Rising 2 affidato a Blue Castle Games e il prossimo DMC, reboot di Devil May Cry, nelle mani di Ninja Theory.