John Landis si scaglia contro le piattaforme streaming
"Il cinema è un'esperienza collettiva, i film sono fatti per essere visti in una grande sala, su un grande schermo"
John Landis è un regista cui il cinema deve molto, sue opere clamorose come The Blues Brothers, Un lupo mannaro americano a Londra e Tutto in una notte. Non gira un lungometraggio da oltre 10 anni ma ciò non gli ha impedito una durissima analisi dello stato dell'industria cinematografica.
La sua riflessione è partita dalla scena sindacale, in cui nello stesso momento sceneggiatori, registi e attori si sono accordati per chiedere condizioni di lavoro eque. Nel corso di un'intervista a Deadline ha affermato: "Sapete che questa è la prima volta nella storia di Hollywood che i sindacati degli sceneggiatori, dei registi e degli attori sono tutti uniti? L'industria cinematografica è nel caos".
Secondo il grande regista lo sciopero è solo uno dei tanti fattori che hanno fatto precipitare l'industria in uno "stato patetico". A contribuire alla situazione ci sono la pandemia e le piattaforme di streaming, che hanno allontanato i film dal loro ambiente naturale. "La sensazione è davvero di tristezza per lo stato patetico in cui si trova il settore. Tra lo streaming e la pandemia, è stato come un palo nel cuore. Il business ne risente moltissimo e continua a risentirne."
"Le piattaforme streaming sono il problema, perché i film sono fatti per essere visti in una grande sala, in un grande cinema, su un grande schermo, con un buon audio e il maggior numero di persone possibile, perché è un'esperienza collettiva". L'amarezza di Landis è legata allo sciopero in corso anche perché tante produzioni sono precipitate in una sorta di limbo compresi i suoi progetti in fase di sviluppo, che consistono in due lungometraggi e una serie televisiva.