Josef Fares, autore di It Takes Two, non farà mai un live service
Una voce autorevole è scettica sulla tendenza in voga nel settore
Torniamo a parlare di una categoria di prodotti controversa, ma che da qualche anno a questa parte suscita un grosso interesse in buona parte delle grandi compagnie videoludiche: quella dei giochi concepiti come un servizio. Il popolo dei gamer la guarda con una certa diffidenza, per via delle discutibili modalità di monetizzazione e fidelizzazione, ma anche per il rischio di togliere spazio ai titoli di stampo più tradizionale.
Hazelight non si occupa di live service
Sulla questione è intervenuto Josef Fares, game designer svedese salito alla ribalta grazie allo strepitoso It Takes Two. Fares (via Eurogamer) ha spiegato di non credere nei giochi live service, sottolineando l'importanza della creatività nei video game, che nel caso dei live service verrebbe sacrificata. In maniera perentoria, afferma che il suo studio Hazelight non si occuperà mai di questo genere di cose.
La creatività viene dunque al primo posto, ma non a discapito di tutto il resto: Fares è consapevole che un game designer non possa chiedere fondi illimitati per poi realizzare quel che gli pare, si scadrebbe nell'estremo opposto rispetto al live service. L'ideale sarebbe quindi un giusto compromesso fra le esigenze monetarie di coloro che producono i giochi e quelle autoriali di chi li sviluppa.
Se come noi avete apprezzato It Takes Two, vi ricordiamo che il prossimo titolo firmato da Fares arriverà molto presto: Split Fiction verrà pubblicato il 6 marzo. Si tratterà ancora una volta di una esperienza di tipo cooperativo: se volete vederla in azione, la scorsa settimana è stato condiviso uno story trailer.