Kojima parla di Death Stranding 2
La ridefinizione del termine
Hideo Kojima ha finalmente cominciato a sbottonarsi a proposito di Death Stranding 2, prossimo titolo in sviluppo presso il suo studio Kojima Production in collaborazione con Sony per un'esclusiva (temporanea?) PS5.
In realtà "sbottonarsi" è forse un termine eccessivo: il papà di Metal Gear infatti non ha ancora rivelato dettagli sulle novità di gameplay o indiscrezioni sulla trama, ma ai microfoni di Music Natalie ha rivelato di aver cestinato il plot che aveva cominciato a scrivere non appena ha visto gli effetti che la pandemia di CoVid19 ha avuto sul mondo intero.
"Inizialmente c'era il tema della 'connessione' e in base a quella ho scritto parecchie note sui personaggi, idee di gioco e così via. Su come connettere cose e persone. Ho messo tutto insieme cercando di mantenere il giusto bilanciamento... ma ho dovuto riscrivere tutto a causa del corona[virus]. In Death Stranding il focus era sul connettere, ma con la crisi del corona le pseudo-connessioni in remoto sono state enfatizzate. D'altro canto, mi sono accorto che queste pseudo-connessioni da sole non possono portare alla pienezza della vita. Dopo tutto, gli umani hanno bisogno di andare là fuori e muoversi."
Kojima si è poi soffermato sul fatto che Death Stranding ha aggiunto un nuovo significato al termine strand [che in italiano si può tradurre brutalmente in "arenarsi", ma anche "incagliarsi" o "spiaggiarsi"] delineando quello che potrebbe essere riconosciuto come il capostipite degli "Strand Games". Dopotutto nel gioco stesso si è fatto largo uso dei significati alternativi o anche gergali del termine strand, così come di molti altri termini - lo stesso nome del protagonista, Sam Porter Bridges [Norman Reedus], strizza l'occhio alla sua professione di fattorino e di costruttore di ponti, sia in senso letterale sia in senso lato.
Di Death Stranding 2 non è ancora stata resa nota una data di release, ma in compenso c'è un lungo teaser a vostra disposizione: