La Cina si chiude, ma Avatar 2 fa breccia
Il film di James Cameron verrà proiettato, nonostante la politica restrittiva del governo di Pechino
La Repubblica Popolare Cinese storicamente non è mai stata molto aperta nei confronti degli occidentali, ma nell'ultimo periodo la situazione è decisamente peggiorata. Il governo centrale di Pechino ha imposto paletti sempre più rigidi per l'importazione di opere multimediali dall'estero, misure che hanno avuto serie ripercussioni. Pensate, sono passati più di 500 giorni dall'ultima volta che in Cina è stata autorizzata la distribuzione di un videogame prodotto al di fuori dei confini nazionali!
In questo quadro generale, si capisce perché sempre meno pellicole di Hollywood vengano proiettate dalle parti di Pechino. L'industria cinematografica statunitense, dal canto suo, non vede più il mercato cinese come la gallina dalle uova d'oro (come accadeva una decina di anni fa), quindi non è più propensa ad adattare i propri film alle esigenze del regime, il che ovviamente li rende meno "graditi".
Nonostante quindi in questo momento storico prevalga un clima che scoraggia l'esportazione di prodotti multimediali nel paese orientale, c'è chi va controtendenza. Come riporta l'agenzia di Stampa Reuters, è il caso di Avatar: La via dell'Acqua. Sarà forse per la potenza del franchise, ma 20th Century Studios ha annunciato che il sequel del film che ha ottenuto il maggiore incasso nella storia raggiungerà i cinema cinesi il 16 dicembre, in linea con l'uscita nel resto del mondo.