La Commissione Europea getta le norme per il Free-to-Play

di Tommaso Alisonno

La Commissione Europea ha iniziato quest'oggi una due giorni di consultazione con gli sviluppatori di videogiochi per chiarire l'annosa questione dei titoli mica-tanto-free-to-play. Stando a quanto riportato da GamesIndustry, molti consumatori si sono lamentati per le politiche poco chiare di alcune software house in cui i giochi venivano spacciati come "free" solo per poi spillare soldi in microtransazioni più o meno invasive.


"I consumatori ed in particolar modo i bambini hanno bisogno di tutela contro costi inaspettati per gli acquisti in-app - dichiara Neven Mimica, commissario per le politiche di consumo - Le autorità nazionali e la Commissione Europea stanno discutendo con l'industria su come indirizzare questo problema che non solo causa danni finanziari ai consumatori ma che può anche danneggiare la credibilità di questo promettente mercato. Raggiungere delle soluzioni concrete in tempi brevi sarà una vittoria per tutti."


"L'utilizzo della parola 'Free' (o simili termini inequivocabili) senza le appropriate qualifiche dovrebbe essere permesso solo per giochi che siano 'free' nella loro totalità, o in altre parole che non contengano nessuna possibilità di acquisti in-app, neppure su una base opzionale." recita un portavoce del Consumer Protection Cooperation.


Tra le proposte in ballo c'é l'impossibilità di introdurre termini tipo "Upgrade now" o "Buy now" in titoli esplicitamente rivolti alle fasce di età più basse, nonché il fatto che qualsiasi acquisto di questo genere debba essere in qualche modo confermato, ad esempio tramite un'apposita comunicazione via e-mail.