La rinascita di Microsoft? Le dimissioni di Ballmer
Joachim Kempin, ex-manager di Microsoft che ha abbandonato l'azienda nel 2002, ha dichiarato che la rinascita dell'azienda potrebbe partire solo da un evento specifico: le dimissioni dell'attuale CEO Steve Ballmer. In una recente pubblicazione intitolata ‘Resolve and Fortitude: Microsoft’s “secret power broker” breaks his silence’, Kempin ha infatti individuato nella politica aziendale di Microsoft, e più specificamente nelle idee di Ballmer, le cause della sua attuale crisi.
"E' un grande CEO? Non penso - dichiara Kempin - La barca di Microsoft é un'anatra zoppa, lo é sempre stata. Assumono gente che li aiuti ad amministrare la compagnia ma non a guidarla. E' questo il problema. Hanno bisogno di qualcuno sui 35-40, una persona più giovane che capisca la generazione di Facebook e la community mobile. Non hanno bisogno di questo tizio che si erge col suo look fiero e aggressivo annunciando la prossima versione di Windows e pensando di colpire nel segno con quella."
Kempin afferma che sin dal 2000 Ballmer ha osteggiato qualsiasi manager che avesse delle chance di "detronizzarlo" dal suo posto di CEO: il primo episodio che può testimoniare riguarda Richard Belluzzo (curatore del lancio della prima Xbox), il quale dopo essere stato promosso Chief Operating Officer ha poi abbandonato l'azienda dopo appena 14 mesi. "Belluzzo non aveva modo di respirare ai piani alti. Qaundo lavori a stretto contatto con Ballmer e Balmmer pensa 'magari questo tizio un giorno potrebbe volere il mio posto', mio Dio, non potrai più respiare, ecco cosa succede."
Per smorzare i toni, Kempin (che ha lasciato l'azienda nel 2002), conclude tessendo comunque lodi sulle vere capacità di Ballmer: "Steve é un ottimo uomo d'affari, ma dovrebbe essere un chief operating officer, non un CEO. Rispetto quell'uomo, ma ci sono limiti in cosa può fare e non può fare, e forse non se n'é ancora accorto."