Videogame: nuovo cinema? Il parere di Gabriele Cazzulini

Videogame nuovo cinema Il parere di Gabriele Cazzulini

Che negli anni i videogiochi si siano evoluti da semplice "passatempo" a vera e propria forma d'arte è qualcosa che ormai è (quasi) universalmente riconosciuta. Quello su cui vogliamo soffermarci maggiormente quest'oggi, mettendo temporaneamente da parte l'aspetto del gameplay, è il contributo che i videogiochi hanno dato all'arte narrativa.


Il nostro amico Gabriele Cazzulini, per anni collaboratore sulle nostre pagine (qui un'estratto dei suoi articoli) ed oggi stimato esperto di Social Media Marketing & Branding, Digital Public Relations, ha pubblicato sul suo sito un'interessante riflessione in cui i videogiochi vengono paragonati al cinema, definendoli per molti versi "il nuovo cinema": gli sviluppatori hanno infatti ormai raggiunto un livello di narrazione e coinvolgimento tali da non aver nulla da invidiare ai più titolati registi e cineasti, e questo è vero tanto nelle cinematiche quanto nelle sessioni di giocato vero e proprio.


Gabriele porta come esempio Metal Gear Solid V - con riferimento sia a Ground Zeroes sia all'imminente The Phantom Pain di cui comunque abbiamo avuto modo di osservare dei filmati - "Questo videogame proietta il giocatore in un mondo estremamente realistico, dettagliato, “fisico” eppure condito da elementi fantastici, surreali, inverosimili. Qualcosa di simile ad una distopia."

"Ecco dimostrato concretamente cosa intendo per esperienza cinematografica - continua Cazzulini - Vuol dire la creazione di una storia coinvolgente, raccontata attraverso personaggi, vicende, retroscena, anche nel corso degli anni – una storia che può valere in ogni angolo del mondo, esattamente come un buon film. Storia, personaggi, dramma, azione, sentimenti, tragedia, finale. Non voglio dire che tutto ciò sia automaticamente sinonimo di qualità. Dico solo che questa era la classica struttura del film. Oggi è “anche” la struttura di un videogame che non vuol essere solo un “gioco”."


Gabriele prosegue poi citando il fatto che, per molti versi anche se ancora non del tutto, i videogiochi hanno rispetto al cinema il pregio di offrire una "apertura" al mondo, alle varie culture e alla fantasia in generale più vasta rispetto al cinema tradizionale, particolarmente ancorato a concetti e idee locali. "Provo a spingermi oltre: c’è qualcosa di più di un film. Non (ancora) nella qualità. Ma nella “apertura” del videogame, che non (ancora) riflette pesantemente le condizioni della sua particolare radice nazionale, sociale, economica. Apertura vuol dire congegnare una storia rivolta ad un pubblico senza confini, senza vincoli ideologici, religiosi, politici. Oggi un videogame ha la possibilità di nascere subito come prodotto di una cultura globale."


Infine, Cazzulini gioca un po' a fare Nostradamus e prevede che in futuro questa rimonta del videogioco rispetto al cinema sarà sempre più veloce, fino all'inevitabile sorpasso. In un volo pindarico da cultore della fantascienza di prima classe, arriva a fare un paragone tra questo trend e ciò che letteratura, cinema e videogiochi sci-fi in effetti ci hanno sempre detto: nel futuro le macchine travalicheranno l'operato umano.


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