Miyamoto spiega il pad del Gamecube
di
Redazione Gamesurf
Il pad del Gamecube è stato rivelato, così come l'unità principale. E quale è stato il responso del pubblico? Difficile dirlo a soli pochissimi giorni dal "D-Day" della Nintendo. Nonostante i dubbi alzati durante la scorsa nottata da qualche ben informato sulla possibile variazione del pad, Freegames fa qualche simpatcia e controversa riflessione.
Cosa va e cosa non va? Il pad digitale NON va: spieghiamoci, non va per i picchiaduro bidimensionali, posizionato in modo tale da presupporre una presa plastica tipo foca ammaestrata in relazione ai pulsanti, anch'essi pochi per un picchia picchia 2D. Ma... who cares? Potrebbero trovare un modo, potrebbero non realizzarne di beat'em up 2D sul Gamecube (non vogliamo neanche pensare a un'ipotesi simile... brrr... non un altro Nintendo64, vi preghiamo).
Cosa va: i due trigger analogici, i due altri tasti analogici dorsali, la sensazione di comfort, l'ergonomia.
E Miyamoto cosa ne pensa? Durante una presentazione avvenuta ieri allo Spaceworld, il papà di Mario ha impugnato il pad e mostrato a tutti gli astanti le potenzialità e le peculiarità del pad e dei suoi tasti. Interessante, in particolar modo la disposizione dei tasti principali (A, B, Y, X) e il grilletto Z posto sopra il tasto dorsale R. In pratica la realizzazione di un tasto centrale (A) di tal fattura permetterebbe al giocatore di non perdersi mai tra i tasti, insomma, riconoscere immediatamente al tocco cosa sta premendo senza dover distogliere lo sguardo dallo schermo.
L'idea viene incontro sia a un pubblico che da tempo segue i videogiochi, sia alle nuove leve o ai giocatori più "anziani" che mal si predispongono davanti a un agglomerato di tasti e caciucchi vari a prima vista incomprensibile. Staremo a vedere.
Dal canto suo il grilletto Z (che si dice sia stato aggiunto nelle fasi finali dello sviluppo del pad sotto esplicita richiesta di molti sviluppatori), potrebbe venire perfettamente integrato con le due leve anlogiche e gli altri tasti analogici. Anche perché, come locazione, Z si trova comodamente alla portata dell'indice, lasciando libero il dito medio (ehr...) per divagare sul tasto R, magari mentre il pollice si occupa della sua bella leva analogica.
Cosa ne pensate? Se volete esprimerci il vostro pensiero, fatelo usufruendo di questa casella mail: Mattia Ravanelli.
Cosa va e cosa non va? Il pad digitale NON va: spieghiamoci, non va per i picchiaduro bidimensionali, posizionato in modo tale da presupporre una presa plastica tipo foca ammaestrata in relazione ai pulsanti, anch'essi pochi per un picchia picchia 2D. Ma... who cares? Potrebbero trovare un modo, potrebbero non realizzarne di beat'em up 2D sul Gamecube (non vogliamo neanche pensare a un'ipotesi simile... brrr... non un altro Nintendo64, vi preghiamo).
Cosa va: i due trigger analogici, i due altri tasti analogici dorsali, la sensazione di comfort, l'ergonomia.
E Miyamoto cosa ne pensa? Durante una presentazione avvenuta ieri allo Spaceworld, il papà di Mario ha impugnato il pad e mostrato a tutti gli astanti le potenzialità e le peculiarità del pad e dei suoi tasti. Interessante, in particolar modo la disposizione dei tasti principali (A, B, Y, X) e il grilletto Z posto sopra il tasto dorsale R. In pratica la realizzazione di un tasto centrale (A) di tal fattura permetterebbe al giocatore di non perdersi mai tra i tasti, insomma, riconoscere immediatamente al tocco cosa sta premendo senza dover distogliere lo sguardo dallo schermo.
L'idea viene incontro sia a un pubblico che da tempo segue i videogiochi, sia alle nuove leve o ai giocatori più "anziani" che mal si predispongono davanti a un agglomerato di tasti e caciucchi vari a prima vista incomprensibile. Staremo a vedere.
Dal canto suo il grilletto Z (che si dice sia stato aggiunto nelle fasi finali dello sviluppo del pad sotto esplicita richiesta di molti sviluppatori), potrebbe venire perfettamente integrato con le due leve anlogiche e gli altri tasti analogici. Anche perché, come locazione, Z si trova comodamente alla portata dell'indice, lasciando libero il dito medio (ehr...) per divagare sul tasto R, magari mentre il pollice si occupa della sua bella leva analogica.
Cosa ne pensate? Se volete esprimerci il vostro pensiero, fatelo usufruendo di questa casella mail: Mattia Ravanelli.