Morire per 12 ore di videogame

di Fabio Fundoni

Sicuramente avrete già sentito la notizia nelle ore scorse: un ragazzo inglese, Chris Staniforth, é morto a causa di una trombosi venosa causata da 12 ore di gioco consecutivo ad Halo su Xbox 360. Gli stesis medici che hanno soccorso il ragazzo, senza poterlo salvare, hanno riscontrato che il problema é sorto a causa della posizione mantenuta nel gioco che, ovviamente, se continuata per tutto questo tempo, può creare seri problemi.


La morte é del Maggio scorso, ma i genitori hanno deciso di rendere la cosa pubblica solo ora, con una puntualità quasi incredibile rispetto ai fatti tristemente famosi di Oslo, dove Anders Breivik ha compiuto una strage che, secondo i media più superficiali, é da ricondursi alla sua passione per videogame come COD o World of Warcraft. Insomma, nuovamente polemiche per il nostro hobby preferito, sebbene i genitori di Chris abbiano sottolineato che non danno colpe ai produttori di videogame, ma vogliono ricordare a tutti quanto pericoloso possa esserne l'abuso.


Inutile ricordare come i videogame possano decisamente far male se vissuti come una mania, cosa che ovviamente li accomuna a un mare di altre occupazioni. Persino l'acqua fresca, se bevuta in quantità esagerata, può causare la morte per iperidratazione. Sembra quasi ovvio ricordare quante altre attività si facciano nella stessa posizione dei videogame, come guardare la tv o leggere il giornale. Chiudiamo con l'ennesima ovvietà (che però sembra sfuggire a giornali e telegiornali): giocare con senso della misura non ha mai ucciso nessuno.