Oculus Rift abbassa i requisiti minimi grazie a una nuova tecnologia
Oculus VR ha comunicato di aver sviluppato una nuova tecnologia software, denominata Asynchronous Spacewarp, che permette di ridurre il carico di gestione del visore Rift da parte del PC a cui è collegato: il risultato pratico è che le specifiche tecniche minime necessarie per poter utilizzare il prodotto sono sensibilmente ridimensionate.
I nuovi requisiti parlano infatti di Nvidia 960, intel i3-6100 o AMD FX4350, il che porta l'asticella della spesa entry-level sotto i 500$ (a cui ovviamente occorre aggiungere il prezzo della periferica, che col controller Oculus Touch raggiunge gli 800$).
Ma in cosa consiste esattamente questa tecnologia Asynchronous Spacewarp dal nome così suggestivo, tanto da sembrare uscito da Star Trek? La risposta viene da Ars Technica che ha intervistato Brendan Iribe: si tratta di un sistema che considera gli ultimi due frame prodotti dal sistema, analizza le differenze e calcola artificialmente il terzo. Sebbene Iribe ammetta che il risultato non è paragonabile a un rendering puro a 90 FpS (45 per ogni occhio) c'è da dire che il carico sul PC è ridotto di circa il 30%.
Asynchronous Spacewarp fa dunque coppia con un'altra tecnologia sfruttata dal Rift: l'Asynchronous Timewarp, un sistema ossia che scarta circa l'11% dei frame che sarebbero comunque non percepiti nell'ambiente VR.
Si lima e si sgrossa, dunque, per avvicinare il più possibile il prodotto a un'utenza commerciale non-elitaria, ma ovviamente per godere dei risultati più spettacolari le configurazioni TOP rimangono indispensabili.