Pachter: non commentate gli articoli, ma le mie parole
Che Michael Pachter abbia la capacità quasi sovrannaturale di sollevare una nube di polemiche ogni volta che apre bocca ormai non é una novità, ma stavolta l'analista non ha accettato certi attacchi.
A proposito del suo recente intervento relativo al fatto che fare tante ore di straordinario (il cosiddetto "Crunch time") sia normale nell'industria videoludica, Pachter ha infatti denunciato il costume di criticare le sue parole non direttamente dal video ma bensì dagli articoli che le riportano "contraffatte" dalla mano del relatore.
"Sembra che la maggior parte di coloro che hanno grossi problemi con le mie parole le abbiano prese dagli articoli, non dal video - ha dichiarato ad EDGE - La risposta sul sito di GameTrailers é stata incredibilmente positiva, suggerendo che chi ha visto il mio commento nel suo contesto ha capito il punto, e che chi l'ha visto fuori dal contesto é stato fuorviato."
Pachter ha poi reiterato il suo parere secondo cui una sorta di sindacato o unione dei programmatori non risolverebbe i problemi degli staff di sviluppo che pensano di lavorare troppo: "Per quanto non mi piaccia vedere i lavoratori trattati in maniera indegna, ho la conoscenza professionale del fatto che devono ricorrere ad un sindacato o lasciare. Non penso però che i sindacati funzionino nell'industra del gaming, quindi suggerisco che lascino" ha spiegato.
E Pachter? Quanto lavora, Pachter? "Io lavoro circa 70 ore la settimana per la metà del tempo, tra le 78 e le 80 per un quarto del tempo e circa 90 per l'ultimo quarto - afferma, aggiungendo - Nessun rimpianto: sono estramemente ben compensato."
Chissà perché, ma su questo ultimo punto non avevamo alcun dubbio...