Pacific Rim: clip, intervista e wallpaper generator

Direttamente da Pacific Rim, il nuovo film di Guillermo del Toro, ecco arrivare una nuova Clip in cui si discute a proposito del cervello periferico dei Kaiju. A cosa servirà mai? Lo scopriremo nel film, la cui uscita nelle sale é fissata per domani, 11 Luglio.



Oltre alla clip, é stato rilasciato il divertente Wallpaper Generator, raggiungibile a questo link, tramite il quale potrete personalizzare il vostro desktop, cellulare e anche la vostra foto del profilo Facebook.


Infine, dulcis in fundo, riportiamo una breve intervista a Charlie Hunnam:


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QUESTION: Così Charlie, salverai il mondo quest’estate?

CHARLIE HUNNAM: Come ben sai non é un gran problema. Qualcuno deve pur farlo!


QUESTION: Senti tutto il peso sulle tue spalle?

CHARLIE HUNNAM: Si quando indossavo quella tuta che era una sorta di trazione ritagliata e cucita sulle mie spalle, sembrava come se qualcuno mi spingesse verso il basso per quattrodici ore al giorno.


QUESTION: Com’é stato essere sempre all’interno di quella tuta?

CHARLIE HUNNAM: All’apparenza sembra una muta, una specie di muta porosa. Fondamentalmente si tratta di una muta di gomma rafforzata in alcuni tratti da pezzi di plastica per rendere maggiormente l’idea di un’armatura al carbonio, e ogni suo pezzo veniva creato tagliandolo su misura. Si trattava di un processo di trenta minuti per realizzarlo e poi di circa quindici minuti per toglierlo.

Ma il vero problema per le prime due settimane era che tutto veniva fatto molto, molto in fretta all'ultimo momento perché la pre-produzione é stata piuttosto breve per questo film, per vari motivi di programmazione. E non avevano pensato di mettere una sacca per fare la pipì. Quindi, potete immaginare: quando ci vogliono 45 minuti per salire e scendere su un programma di riprese, non si vuole indossare quella muta per tutto il giorno, perché é veramente caldo e perché così hai sempre sete, bevi molta acqua e hai una serie problemi.


QUESTION: Qualcuno avrebbe potuto prendere un coltello?

CHARLIE HUNNAM: No, però ho sentito che é successo. Il ragazzo alla Legacy che ha progettato gli abiti ha realizzato abiti anche per le altre persone e in un altro film con un attore, di cui non faccio il nome, queste mute sono state tagliate da cima a fondo, in modo che non aveva alcun problema. E poi, subito dopo averla tagliata, ci fu una sequenza in cui ruotava in aria, e anche questo fu un problema. Ma dopo un paio di settimane mi hanno dato una sacca per fare la pipì, quindi tutto é filato liscio.


QUESTION: Come hai avuto questo ruolo?

CHARLIE HUNNAM: Avevo incontrato Guillermo un paio di anni fa, beh, qualche anno fa, quando stava facendo Hellboy 2, e fu lui a chiedermi di vederci. Non so se vi ricordate il film. C’erano un principe e una principessa che erano gemelli identici. E aveva già assegnato la parte alla ragazza, quindi era interessato a me per il ruolo del ragazzo e solo lui, in definitiva, quando abbiamo fatto il test protesico, aveva la percezione che noi eravamo abbastanza simili.

Ma ci é piaciuto molto ad entrambi e ci siamo divertiti molto durante le fasi dell’audizione, il test protesico e altra roba. Credo che mi abbia tenuto sotto controllo negli anni e dato il suo rapporto con Ron [Perlman], credo avesse osservato il mio lavoro in Sons of Anarchy.

E poi in qualche modo é arrivato alla decisione che sarei stato io il ragazzo che avrebbe salvato il mondo in questo suo lavoro. Così mi ha invitato in una sua famosa caverna, Bleak House, e ci siamo seduti a chiacchierare per un paio d'ore. Non c'era uno sceneggiatura o qualcosa per me da leggere, disse solamente, “Hey, ci sara' questo robot gigante e loro prenderanno a calci nel culo dei mostri mentre tu sarai posizionato nel cervello del robot e così salverai il mondo. Quindi, vuoi farlo? ”E io gli dissi:“Per me va bene. Farò di tutto con te.”


QUESTION: Com’é stato lavorare a stretto contatto con Guillermo?

CHARLIE HUNNAM: Incredibile. È un amore lavorare con lui. È 'un uomo molto, molto gentile, generoso e collaborativo. Non posso dire che cose positive su di lui. Entrambi abbiamo apprezzato molto l'un l'altro. Mi ha offerto di interpretare anche il ruolo di uno dei protagonisti del suo prossimo film che si appresta a realizzare. È un rapporto che si sta sviluppando nel tempo e io ho sempre sperato accadesse una cosa del genere e cioé instaurare un rapporto di lunga data con un regista e poter lavorare con lui più volte.

Sicuramente ha manifestato un interesse nel fatto che io potessi essere, d’ora in poi, in tutti i suoi film in lingua inglese. Alla fine del film mi disse: “Oh, amico mio, tu ci sei”. E io gli chiesi cosa volesse dire e lui mi rispose che aveva intenzione di farmi lavorare in tutti i suoi film in lingua inglese da quel momento.


QUESTION: Puoi dirci, in primo luogo, ti ha spinto a diventare attore? Quando eri bambino avevi questo sogno?

CHARLIE HUNNAM: Oh, io sono cresciuto nella zona a nord-est dell’Inghilterra, a Newcastle-Upon-Tyne. In passato questa zona era un pilastro della rivoluzione industriale inglese, poi tutto é stato sistematicamente prosciugato. Le miniere di carbone chiuse, gli edifici per le costruzioni navali chiusi, tutte le fabbriche di cotone sono state spostate altrove. Le persone sono davvero meravigliose ma la zona é socialmente ed economicamente depressa.

Da ragazzino ero molto strano. Quando avevo cinque anni mi sentivo come se fossi sempre sul precipizio di una crisi totale ed esistenziale. E ricordo solo che mi guardavo intorno e pensavo che tutti erano così impegnati tutto il giorno nella brutale realtà per la sopravvivenza. E ora mi chiedo, “Dio, cosa pensavano queste persone di poter realizzare?”

Proprio perché ero un tipo infelice, mi capitava spesso di rifugiarmi nei film. Mi piaceva molto vedere film e essere trasportato in mondi differenti che potevo solo immaginare ma che in fondo, dentro di me, volevo vivere. E a un certo punto, queste due cose si collegarono. Mi sentivo come se potessi lavorare nel film di me stesso, non in una realtà grandiosa come quella che stiamo realizzando ora come attori, ma solo per me e se un giorno dovessi guardare indietro nella mia vita, alla fine potrei sentire di aver fatto realmente qualcosa.


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