In Bosnia si cercano Pokémon tra le mine

di Tommaso Alisonno

Si moltiplicano in tutto il mondo le segnalazioni di episodi singolari, tra il buffo e il grottesco ma talvolta serio, legati al fenomeno Pokémon GO. Così, se la telefonata di un bambino al 999 (il numero d'emergenza Britannico) per denunciare il furto di un Pokémon suscita tenerezza, e se la polizia di Stirling riesce a essere di spirito pubblicando su Twitter l'annuncio "Giusto per essere chiari, 'Stavo cercando un Pokestop' non è una ragione valida per trovarsi sul tetto di un negozio con un piede di porco alle 2 di mattina", altre segnalazioni destano non poca preoccupazione.

E' quanto succede in Bosnia, dove purtroppo circa il 2,3% del suolo nazionale (pari a 1.145 Km quadrati) è ancora inaccessibile a causa delle mine posate dagli schieramenti durante il conflitto del 1992-1995. E' per questo che l'organizzazione Posavina bez mina ha diramato il seguente comunicato, indirizzato a tutti coloro che per catturare questo o quel mostriciattolo si sono avventurati in zone a rischio: "Si pregano tutti i cittadini di non farlo e di rispettare i segnali di pericolo mine e di non addentrarsi nelle zone che non conoscono."

Negli ultimi vent'anni, dopo la fine della guerra, gli ordigni sepolti in Bosnia hanno causato la morte di 604 persone, causato danni e ferite a altre 1100 e minacciano silenziosamente ancora il 15% della popolazione. Certamente, la cattura di un pokémon non vale un simile rischio...