Psicologia & videogiochi, parliamone.
Milano, 30 novembre 2015 – “I videogiochi sono qui per rimanere e dunque vanno compresi. – afferma Luca Mazzucchelli, Vice Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia – A fronte di questo è necessario lavorare al meglio per rileggere questo fenomeno anche sotto il profilo psicologico”.
L’evento ha offerto alla platea mista di giornalisti e psicologi un desk di altissimo livello, con il mercato videoludico rappresentato da Thalita Malagò Segretario nazionale di AESVI (Associazione Editori di Software Videoludico Italiano) ed un importante rappresentanza professionale per quello che concerne gli psicologi; oltre al Vice Presidente Mazzucchelli, presenti Matteo Lancini, Psicologo/Psicoterapeuta e docente presso l’Università degli Studi Bicocca di Milano, Stefano Paolillo, Psicologo dell’audiovisivo e Giuseppe Riva, Psicologo e docente di Psicologia della comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano.
La mattinata è cominciata con l’analisi del mercato videoludico, che porta in dote numeri importanti. Vale 893,3 milioni di euro e sono 29,3 milioni le persone che videogiocano in Italia, equamente suddivise (51% e 49%) tra maschi e femmine. Variegata la fascia di età, con un dato su tutti che evidenzia una crescita in termini assoluti dei videogiocatori. Molto interessanti anche i numeri relativi all’utilizzo dei videogiochi in famiglia, con quasi la metà dei genitori disposti a videogiocare con i propri figli. Oltre la metà delle famiglie inoltre pensano che il videogame possa trasformarsi in un ottimo strumento per trascorrere il tempo in famiglia, con il 60% di queste che ritiene che i videogiochi risultino un ottimo strumento per sviluppare competente.
Ma cosa ne pensano gli psicologi? Esistono rischi reali legati all’utilizzo dei videogiochi? La risposta comune è suggerita da un esempio: il bisturi è uno strumento che il chirurgo utilizza per salvare la vita, lo stesso strumento può avere effetti negativi se impugnato da un malintenzionato. Da sempre infatti il gioco in senso assoluto è presente nella fase di crescita di ogni singola persona, in età infantile tramite mattoncini o bambole si imparano le regole della comunicazione, più avanti l’uso ponderato dei videogiochi ha lo stesso effetto ma più approfondito e personale, calando il videogiocatore nei panni del protagonista attivo.
Il videogioco secondo gli psicologi ha una grande potenzialità, che va ottimizzata. L’abuso può avere effetti negativi anche devastanti, va quindi conosciuto e come per tutte le cose serve il buon senso. L’approccio al videogioco va quindi ponderato, per evitarne l’abuso.
Molto positivi gli effetti dei videogiochi che, pad alla mano, emergono per tantissimi motivi. Molti videogiochi, richiedono per esempio un grande acume strategico per superare determinati passaggi, oppure stimolano il soggetto a provare e riprovare determinate azioni, sino a trovare la corretta soluzione all’enigma, attività che in maniera parallela possono essere traslate sul mondo del lavoro o in famiglia.
Tutto questo secondo gli psicologi è molto positivo ed attiva una parte di cervello che farà in qualche modo tesoro dell’esperienza acquisita.