Queste oscure materie - Quando il piccolo schermo batte il grande
Gli adattamenti cinematografici dei romanzi hanno meno chance di riuscita rispetto alle serie TV
L'adattamento di un romanzo in sceneggiatura per il cinema è certo più complicato piuttosto che pensarlo trasposto per il “piccolo” schermo. C'è meno tempo per dirimere personaggi, si è costretti a compiere scelte piuttosto radicali con il rischio di non riuscire ad andare in profondità nella storia.
In tal senso in passato gli scivoloni non sono mancati, come il terzo film delle Cronache di Narnia (Netflix ha acquisito i diritti per una serie TV), arrivando a detestabili alterazioni rispetto al libro, oppure Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo (che sbarcherà su Disney+ nel 2024), il cui franchise cinematografico partito nel 2010 è stato parecchio contestato per le eccessive modifiche al testo originale.
Simile sorte è capitata a La bussola d'oro del 2007 che fu un mezzo disastro economico per New Line Cinema, adattamento del primo dei romanzi di Phillip Pullman, parte della trilogia "Queste oscure materie” assieme a “La lama sottile” e “Il cannocchiale d'ambra”.
La storia di Pullman vede la giovane Lyra, che vive in Inghilterra in un mondo alternativo dove gli individui sono affiancati da un corrispettivo animale noto come “Daimon”. Tale alter ego permette la connessione alla “Polvere”, elemento che rende reali i pensieri e che il “Magisterium” vuole eliminare. Nella serie televisiva Lyra è alla ricerca di un amico scomparso, scoprendo un complotto di rapimenti legati alla “Polvere”.
Queste oscure materie è stato considerato molto più di successo rispetto a La bussola d'oro, sia nella qualità complessiva della produzione che per la fedeltà al testo. Il maggior respiro per le diverse tempistiche in televisione ha consentito di esplorare trame, personaggi e tematiche con maggiore profondità.