Secondo Harada di Tekken, i giovani non vogliono il multiplayer 1vs1

La ragione? Assumersi la responsabilità della sconfitta

di Davide Tognon

Tekken 8 è stato pubblicato da Bandai Namco lo scorso gennaio e si è rivelato un ottimo video game. Come per tutti i picchiaduro che si rispettino, una buona parte del fascino di Tekken 8 risiede nel multiplayer: cimentarsi uno contro uno con un avversario umano, in locale o online. Sembrerà strano, ma questo tratto distintivo dei picchiaduro sarebbe inviso alle nuove generazioni e l'evoluzione futura del genere dovrà tenerne conto.


Il multiplayer a squadre nei picchiaduro

Ne è convinto Katsuhiro Harada, il produttore esecutivo di Tekken 8, che ne ha discusso con Shuhei Yoshida in un podcast (al minuto 1:04:00). Stando ad Harada, alla sua generazione (i cinquantenni) piace il gioco uno contro uno, perché apprezza che ci siano un vincitore e un perdente definiti. Le nuove generazioni, invece, preferiscono i giochi a squadre, perché non gradiscono assumersi la responsabilità della sconfitta.

In un gioco a squadre, se si vince ci si può prendere il merito, mentre se si perde si può sempre biasimare qualcun altro. Nel gioco in singolo, invece, si è costretti ad ammettere i propri limiti in caso di disfatta. I giovani dunque prediligono il multiplayer a squadre e per Harada in futuro i beat'em up dovranno includere anche questo genere di esperienza nelle modalità ranked online.