Sekiro: un piccolo aggiornamento per la review
Siamo morti. Una, due, tre, centinaia di volte. Non abbiamo ancora visto la luce in fondo al tunnel orchestrato da From Software. Ci stiamo forgiando, sbattendo il muso in difficoltà pre-annunciate, ipotizzate e, per certi versi, desiderate. Asperità che, davanti alla realtà dei fatti, si sono palesate ben più ostiche, talvolta quasi insormontabili.
Sekiro: Shadows Die Twice non è certamente un prodotto da divorare senza sosta, solo per giungere in breve tempo all'epilogo, al fine di pubblicare il prima possibile e rispettare le tempistiche ristrette del web.
Come altre opere, come già in passato i Souls, anche le avventure del Lupo Bianco dovrebbero essere vissute con tutta la calma necessaria per capire a fondo il lavoro del team di sviluppo, evitando giudizi (positivi o negativi che siano) affrettati.
Una recensione ha il compito di mettere a disposizione informazioni relative a un'esperienza ludica che possa avvicinarsi il più possibile a quella che avrebbe il giocatore che acquista il prodotto; nella maggior parte dei casi, l'utente dilaziona il giocato, per gustarselo in funzione dei suoi tempi e delle sue esigenze (sociali, lavorative, etc. che siano).
La fretta è, da sempre, cattiva consigliera tanto più in media del genere: in Sekiro, una rush-run intensiva non consentirebbe di apprezzare e di capire al meglio dinamiche, dettagli, retroscena, idee e scelte.
Siamo altrettanto consapevoli di quanto siano forti la curiosità e l'entusiasmo dei nostri lettori per un gioco tanto atteso. Ergo, per riprendere la meccanica che dà il nome al gioco, la nostra recensione "morirà" sulle pagine di GameSurf due volte:
- Una prima analisi, quella che vi proponiamo ora, attraverso la quale vi forniremo il maggior numero di informazioni carpibili, in modo evidente e sostanzialmente oggettivo, da una full-immersion che ci ha impegnati per circa venti ore sul lavoro di Miyazaki & Co.
- Una seconda tramite cui chiuderemo il discorso una volta che, completando il gioco, avremmo unito tutti i pezzi del puzzle e potremmo valutare con maggior lucidità e "serenità" il disegno di From Software nella sua interezza.
Keep the faith!