CGI o realtà? Ecco cosa è stato realizzato con effetti speciali ne Il Risveglio della Forza e cosa no
Un'intervista fatta da Slashfilm chiarisce e rivela alcuni stupefacenti particolari de Il Risveglio della Forza e i suoi protagonisti. A parlare sono Neal Scanlan, responsabile del reparto creature, e Chris Corbould, supervisore degli effetti visivi.
Quello che avete scambiato per CGI in realtà erano effetti pratici: "Un esempio è la Luggabeast, la grossa bestia blu nella scena in cui BB-8 è intrappolato." spiega Scanlan, "Anche la creatura all’abbeveratoio che spinge via Finn, o il grosso robot rosso che esce dal castello di Maz sono stati ritenuti CGI, mentre sono effetti interamente pratici."
Un altro interessante punto riguarda il personaggio di Maz Kanata, per cui inizialmente non era previsto l'uso della CGI: "Mentre lo script si evolveva, succedeva lo stesso alle idee di J.J. su Maz" racconta Corbould, "All’inizio il ruolo doveva essere piccolo, quindi sarebbe stato perfetto usare un pupazzo. Avremmo potuto lavorare in un ambiente intimo con questo personaggio, ma poi il suo ruolo è cresciuto e quindi abbiamo pensato alla possibilità di vestire una persona molto piccola e avere una versione con CGI parziale. Poi il ruolo ha richiesto ancora di più, e così ci siamo resi conto che se avessimo scelto di realizzarla completamente in digitale sarebbe stata la mossa più furba. E poi, insomma, gli animatronic non hanno la libertà della CGI. E Maz era un personaggio bisognoso di parecchia libertà."
Ricordiamo anche i commenti dei due sul pane istantaneo che Rey mangia in una scena, frutto di moltissimo lavoro, fatti in una precedente intervista: "Diventerò famoso solo per il pane che ho creato per Star Wars!" diceva Scanlan, "Si tratta di una gag d’incredibile successo e non è stata fatta con la CGI contrariamente a quello che in molti hanno creduto. Abbiamo modellato questo pane gonfiabile che stava, sgonfio, sotto il liquido e l’abbiamo riempito piano piano mentre delle pompette succhiavano via il liquido, ottenendo l’effetto di crescita del pane." e Corbould aggiunse: "Non potete immaginare quanto tempo abbiamo impiegato per perfezionare questo minuscolo passaggio. È cominciato tutto con gli aspetti meccanici della cosa per poi passare a quelli estetici dell’aspetto che avrebbe dovuto avere il pane. Che colore doveva avere? Quale consistenza? Doveva essere crepato? Ci sono voluti circa tre mesi perché a livello meccanico è stato alquanto semplice, mentre dal punto di vista cosmetico è stato un processo più lungo."