Stay Hungry, Stay Foolish. Bye Steve.

Doccia fredda per tutti noi (ma non del tutto, dato che erano da tempo note le sue gravi condizioni di salute) questa mattina quando leggendo le notizie sul web o ascoltandole alla radio, abbiamo ricevuto il triste annuncio: Steve Jobs ci ha lasciati all’età di 56 anni. Con lui sparisce uno dei fondatori, nonché degli irrinunciabili sognatori, dell’era digitale: un uomo che ha rivoluzionato più volte il mondo dei computer, dell’informatica e della musica, e che fino all’ultimo giorno ha continuato a svolgere la sua opera.


Steve – vogliamo chiamarlo per nome, come un amico di sempre – é nato il 24 Febbraio del 1955 a San Francisco da padre Siriano e madre Americana, ma é stato poi adottato dalla famiglia Jobs, di cui ha sempre mantenuto il cognome. Già nel periodo degli studi di base ha dimostrato interesse per il mondo dell’informatica, seguendo corsi extrascolastici tenuti dalla Hawlett-Packard, dove verrà in seguito assunto come "lavoretto estivo" e potrà collaborare a stretto contatto con Steve Wozniak. Nel 1974 entrò temporaneamente in Atari, con l’intento dichiarato di "risparmiare un po’ di soldi per un viaggio spirituale in India", dal quale tornò profondamente cambiato, ma anche avvezzo all’uso di LSD – un’esperienza che ha sempre definito come "una delle due o tre più importanti della [sua] vita".


Dopo aver lavorato nuovamente con Atari, fondò finalmente la sua compagnia insieme a Wozniak e Ronald Wayne: con il simbolo della mela morsicata, era nata la Apple. Nel ’78 si unirono alla compagnia Mike Scott e John Sculley: quest’ultimo lavorava per conto di Pepsi Cola, ma Steve lo convinse con la celebre frase "vuoi vendere acqua zuccherata per tutta la vita o vuoi venire con me a cambiare il mondo?". Evidentemente però la visione del mondo futuro delle due persone non coincideva, tanto che nel 1985 Sculley lo rilevò dalla sua posizione di capo della divisione Machintosh. Steve commentò in seguito come l’essere "licenziato" da Apple sia stata la cosa migliore che gli potesse capitare: era finalmente libero dall’impegno di avere successo a tutti i costi.


Steve fondò allora la NeXT computer, che proponeva nuove soluzioni tecnologiche come il Mach kernel o le porte Ethernet integrate. Purtroppo l’azienda non riscosse il plauso del pubblico: il NeXTcube vendette appena 50.000 pezzi e nel 1993 il marchio passò alla produzione di solo software su licenza Intel. Nel 1986, intanto, Steve acquistò The Graphic Group di Lucasfilm, trasformandola nei Pixar Animation Studios: a partire da Toy Story il gruppo ha sempre avuto una stretta collaborazione con Disney, fino a diventarne parte integrante.


Nel 1996 Apple acquistò la NeXT, e così facendo Steve tornò nella società a cui aveva dato i natali, salendone alla vetta l’anno seguente dopo l’allontanamento di Gil Amelio. Il Software NeXTSTEP sviluppato per Intel evolse in MacOS X: nel 1998 iniziò il periodo di "return to Profitability" di Apple. Nasce l’iMac, seguito da iPod e da iTunes, fino all’introduzione di iPhone nel 2007, di cui l’ultimo modello, iPhone4s, é stato presentato proprio in questi giorni.


Steve ha annunciato pubblicamente di essere affetto da tumore al pancreas nel 2004: per quanto questa patologia lasci solitamente pochissimo tempo di vita, Steve dichiarò di "essere fortunato" ad essere affetto da una rara versione meno aggressiva. Lo stesso anno si sottopose ad una complessa operazione chirurgica con lo scopo di rimuovere il tumore, purtroppo senza risultati durevoli. Nel 2009 si sottopose ad un nuovo intervento per un trapianto di fegato, e nei primi mesi del 2011 mandò un messaggio ai dipendenti dichiarando che si sarebbe preso qualche tempo di vacanza per motivi di salute. Si spegnerà la sera del 5 Ottobre nella sua casa di San Francisco: lascia la moglie Lauren e i loro tre figli, oltre alla figlia Lisa avuta da una precedente relazione.


Ma soprattutto di lui rimangono la filosofia e la scuola di pensiero di una persona che nella sua carriera non ha mai accettato compromessi, ha sempre avuto la forza – anche durante la malattia che lo devastava – di credere nei suoi sogni e di portarli avanti. In un suo celebre discorso ha citato un’immagine vista negli anni ’70 sull’ultima pagina di una rivista, in cui si vedeva una strada di campagna con la scritta "Stay Hungry. Stay Foolish.": ha detto di aver fatto di quella frase il suo motto. Siate affamati, siate sciocchi: é lo spirito di una vita avventurosa.

Ciao Steve: ci mancherai.

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