Steam vuol risolvere il problema dei prezzi turchi e argentini

La soluzione prospettata ha un nome: dollaro

di Davide Tognon

L'instabilità economica di paesi come Argentina e Turchia, nonché delle relative monete, ha provocato un singolare effetto perverso su Steam: i prezzi dei videogame sono diventati estremamente convenienti al cambio, un fattore che ha indotto moltissime persone da altre parti del mondo ad effettuare acquisti passando per i negozi argentini e turchi. Questo atteggiamento ha però provocato un drastico calo negli introiti degli sviluppatori, che si sono visti pagare pochissimo per ogni copia venduta. 

Nell'elenco delle "vittime" di questa pratica figurano anche gli studi di Dead Cells, Let's Build a Zoo, Spirit Farer. Valve sembra aver finalmente trovato una soluzione al problema: dal 20 novembre, per i pagamenti non verranno più usati il peso argentino, né la lira turca o altre valute volatili, bensì i dollari americani. Steam ha annunciato l'istituzione di due nuove zone tariffarie: LATAM-USD (America Latina, che comprende l'Argentina) e MENA-USD (Medio Oriente/Nord Africa, che comprende la Turchia).

I paesi che rientrano nella zona LATAM (13 stati) avranno quindi tutti i medesimi prezzi in dollari; stesso discorso per i paesi MENA (14 stati). Questi prezzi saranno indipendenti da quelli delle altre zone. Affidandosi al dollaro, Steam metterà dunque gli sviluppatori al riparo dai rischi delle valute dei paesi in crisi economica. Tuttavia, è ragionevole supporre che i prezzi regionali di LATAM e MENA saliranno rispetto a quelli attuali, il che potrebbe rendere l'acquisto dei videogame troppo oneroso in certi paesi. Inoltre, le due zone tariffarie comprendono al loro interno nazioni con poteri di acquisto molto differenti, un problema che verosimilmente ricadrà su quelle più povere.