Swapoo: Napster anche per i videogiochi?
di
Redazione Gamesurf
Swapoo, questo il nome del nuovo programma che sta terrorizzando i grandi produttori di videogiochi.
Rilasciato da un dinamico diciassettenne di Philadelphia, Jeffrey Freeman, Swapoo è un programma piccolissimo e non dissimile da Napster che permette agli utenti di condividere file e programmi. A differenza di Napster, che è nato per la condivisione di file musicali in formato MP3, Swapoo è stato pensato per permettere a chi è appassionato di emulazione di scambiarsi con facilità i file ROM dei giochi da usare con i vari emulatori di computer e console presenti sulla grande Rete.
Freeman è comunque impegnato nell'evitare che Swapoo diventi una sorta di servizio che permetta ai pirati di scambiarsi ROM protette e/o immagini di giochi da riprodurre illegalmente, eventualmente bandendo tali utenti dall'uso del suo programma.
Le dichiarazioni di Freeman, però, non hanno convinto i responsabili delle Major dei videogiochi: "Non importa come lo chiami - dice Jeff Brown di Electronic Arts - semplicemente tutto questo suona come pirateria".
Da parte sua Freeman afferma che è pronto a collaborare con l'industria dei videogiochi per garantire che il suo programma non segua le orme di Napster.
Il fatto che il giovane stia cercando un lavoro, magari nell'industria dei videogiochi, fa però pensare che tutta questa polvere sia stata alzata anche per permettere al giovane programmatore di farsi un pochino di pubblicità.
Rilasciato da un dinamico diciassettenne di Philadelphia, Jeffrey Freeman, Swapoo è un programma piccolissimo e non dissimile da Napster che permette agli utenti di condividere file e programmi. A differenza di Napster, che è nato per la condivisione di file musicali in formato MP3, Swapoo è stato pensato per permettere a chi è appassionato di emulazione di scambiarsi con facilità i file ROM dei giochi da usare con i vari emulatori di computer e console presenti sulla grande Rete.
Freeman è comunque impegnato nell'evitare che Swapoo diventi una sorta di servizio che permetta ai pirati di scambiarsi ROM protette e/o immagini di giochi da riprodurre illegalmente, eventualmente bandendo tali utenti dall'uso del suo programma.
Le dichiarazioni di Freeman, però, non hanno convinto i responsabili delle Major dei videogiochi: "Non importa come lo chiami - dice Jeff Brown di Electronic Arts - semplicemente tutto questo suona come pirateria".
Da parte sua Freeman afferma che è pronto a collaborare con l'industria dei videogiochi per garantire che il suo programma non segua le orme di Napster.
Il fatto che il giovane stia cercando un lavoro, magari nell'industria dei videogiochi, fa però pensare che tutta questa polvere sia stata alzata anche per permettere al giovane programmatore di farsi un pochino di pubblicità.