Il 60% del tempo è speso su giochi che hanno più di 6 Anni
I dati riportati dagli analisti
Quanto tempo spendono i giocatori sulle varie tipologie di prodotto e sui titoli specifici? Ovviamente questa è una delle tante domande a cui gli analisti di mercato devono rispondere giornalmente, soprattutto quando sono chiamati in causa delle società per stabilire un condotta editoriale proficua per l'immediato futuro: l'unico modo per poter fare una previsione plausibile è quello di studiare l'immediato passato.
Ecco pertanto emergere in rete il secondo report annuale di Newzoo che racchiude tutti i dati realtivi all'anno 2023, secondo il quale l'industria del gaming su PC e console ha subito nel 2023 un incremento del 2,6% generando introiti totali pari a 93,5 Miliardi di Dollari. Cifre incoraggianti per l'industria, non foss'altro che la maggior parte di questi introiti provenga da brand ben affermati.
Studiando la classifica dei Montly Active Users [MAU] suddivisa per piattaforma, infatti, ci si accorge che i titoli presenti si dividono sostanzialmente in due categorie: giochi di grande successo che sono al top da diversi anni, anche 6 o 7 come Fortnite - che capeggia in tutte le classifiche - o titoli annuali come FIFA/FC o COD. L'età media dei giochi in classifica supera i 7 anni su PS e Xbox, addirittura i 9 su PC e solo su Nintendo Switch è inferiore ai 4 anni, ma in termini generali supera i 6 worldwide. Sempre secondo i dati, l'80% del tempo totale dei giocatori è speso su una cerchia limitata di 66 titoli, e di questi il 60% [dunque una quarantina, a spanne] ha più di 6 anni.
Sempre con l'importante eccezione di Switch, in cui The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è al secondo posto, i titoli più recenti o single-player latitano nelle varie classifiche, con solo Starfield all'ottavo posto di quella di casa Microsoft.
Ne consegue che altri titoli importanti dell'anno, come Baldur's Gate 3, Diablo IV, Final Fantasy XVI o altri ancora, siano in posizioni più basse della classifica. Per l'industria questo è un dato importante, perché dimostra come l'utenza media tenda a preferire i brand affermati o annuali ai titoli di lungo sviluppo. Non c'è da stupirsi dunque quando alcune società - tipo Warner Bros. - decidano di riorganizzarsi in favore di un sistema di pubblicazioni basate sul game-on-service.