The Crew: Ubisoft Denunciata per la Chiusura dei Server

Una Class-Action chiede rimborso e danni

di Tommaso Alisonno

The Crew, il titolo di guida open-world pubblicato da Ubisoft nel 2014, si sta rivelando un vero problema per la casa Franco-Americana, soprattutto da quando i giocatori non possono più giocarci.

Lo scorso Dicembre infatti la Software House ha rimosso il gioco da tutti gli store, con l'intenzione poi di chiudere i server il successivo Aprile, come in effetti è stato. Piccolo problema: The Crew, come i suoi due sequel The Crew 2 e l'ultimo The Crew Motorfest, è concepito come titolo online-only; questo significa che lanciando il software, anche da una copia fisica, questo richiede una connessione al server per poter funzionare, anche se si intende giocare la modalità single-player.

Questo fatto non ha mancato di scatenare polemiche, soprattutto quando Ubisoft ha cominciato addirittura a revocare le licenze d'uso del software, e c'è stato persino qualcuno che è riuscito ad ottenere il rimborso per l'acquisto del bene non più fruibile. C'è però chi è andato oltre: parliamo di due giocatori americani, tali Matthew Cassell e Alan Liu, che hanno mosso causa ad Ubisoft presso la Corte Federale degli Stati Uniti sostanzialmente con l'accusa di Frode. Secondo la denuncia, Ubisoft avrebbe ingannato l'acquirente facendogli credere di star acquistando il gioco quando invece stava noleggiando una licenza limitata.

La Causa contro Ubisoft

"Immaginate di comprare un flipper e anni dopo andate a giocarci solo per scoprire che mancano i respingenti, le biglie e i bumper sono spariti e il monitor che ha accuratamente registrato il vostro inattaccabile record personale è stato rimosso - si legge nella denuncia - Salta fuori che il fabbricante del flipper ha deciso di venire a casa vostra, rimuovere gli interni del flipper e privarvi della vostra abilità di giocare al gioco che avete comprato e pensavate di possedere."

Come conseguenza di tutto questo Cassel e Liu pretendono non solo il rimborso del prezzo d'acquisto del prodotto ma anche i danni per la frode, aggiungendo l'aggravante per cui Ubisoft non ha neppure reso il prodotto fruibile in single-player dopo la chiusura dei server; inoltre, essendo la denuncia strutturata in maniera "aperta", come una sorta di Class-Action, invitano gli altri giocatori a farsi avanti per unirsi alla loro battaglia.

Attualmente Ubisoft non ha diramato dichiarazioni ufficiali a proposito di questa denuncia: in passato Philippe Tremblay ha dichiarato che i giocatori devono abituarsi all'idea di non possedere i giochi, e di fatto gli accordi di licenza che i più "accettano" dopo averli fatti scorrere senza leggerli [perché sono pagine e pagine di economo-politichese che per essere opportunamente apprese richiederebbero tempi e sforzi maggiori che non platinare il gioco stesso, probabilmente] da anni specificano questo dettaglio.

Il Problema della Conservazione dei Giochi

D'altro canto il malumore che il caso The Crew ha creato intorno a sé e intorno all'industria in generale, adesso che uno dopo l'altro i giochi delle scorse generazioni di hardware vengono rimossi dai produttori, è certamente palpabile e anche le autorità cominciano a porsi il problema di come arginare la questione. In California, ad esempio, è stata approvata una legge per cui i distributori digitali devono specificare nell'atto della transizione che non si tratta di un Acquisto ma di un Ottenimento di Licenza; In Europa, invece, una raccolta firme ufficiale per la creazione di una legge comunitaria d'iniziativa popolare apposita ha già raggiunto quasi 380.000 Firme ed ha tempo fino al Luglio 2025 per raggiungere il Milione [la trovate QUI].

Ubisoft, dal canto suo, si è limitata a promettere che sia The Crew 2 sia The Crew Motorfest riceveranno un aggiornamento che consentirà agli utenti di giocare in single-player senza connessione ai server, garantendo la sopravvivenza dei giochi anche dopo la non prossima ma in futuro inevitabile chiusura dei rispettivi Server.

Ora la domanda è: fare lo stesso con The Crew, Ubisoft? Non è mai troppo tardi...