Perché The Witcher III non si affida a un publisher

CD Projekt RED ha dunque confermato che la release di The Witcher III: Wild Hunt è fissata per Febbraio 2015: il tutto, sviluppando il gioco senza il supporto di un publisher di riferimento, in maniera totalmente indipendente - salvo alcune partnership per la distribuzione capillare, come quella con Bandai Namco in Europa.

Per quale motivo una software house dovrebbe scegliere di sobbarcarsi l'onere di sviluppare un gioco di tale entità senza affidarsi al supporto e al sostegno di una società "più grossa"? Lo spiega Marcin Iwiński, CEO del team, ai microfoni di GamesIndustry: "Ci sono buoni publisher e ci sono cattivi publisher - mette le mani avanti - ma solo gli sviluppatori possono cambiare la propria realtà. Sono i visionari, sono i passionali. Con l'uomo medio, raccontano la loro storie e tu perdi, per dire, il 50% di quel messaggio. Se lo fai attraverso una compagnia più grande potresti avere due strati di queste persone."

"Voglio sfatare un mito, perché un sacco di persone là fuori - compresi noi, una volta - pensano 'prendiamo il publisher, il co-publisher, l'agenzia' - i tizi delle soluzioni magiche. Sono stron*ate. Non esiste niente del genere e sarai deluso nove volte su dieci. Noi lo siamo stati. Devi impararlo e a quel punto puoi usare il supporto esterno quando sai come funziona. Perché a quel punto tu puoi giudicare quello che stanno facendo. Non comprerai la loro me*da, o il loro lavoro chiassoso, e sarai in grado di fare una collaborazione più fruttuosa e utile. Non essere una pecora là fuori: 'fate tutto per me'. Loro non capiscono il tuo gioco. Tu sei il passionale, tu sei il creatore."

"La gente dovrebbe prendere questo messaggio come parte del processo di sviluppo. Potete sviluppare un gioco e pensare che sia il migliore del mondo, ma se finisce lì? Sei morto e sepolto."