The Witcher Netflix: il Produttore incolpa il Pubblico

La qualità dello show calata per venire incontro all'utenza

di Tommaso Alisonno

La terza stagione della serie TV ispirata a The Witcher, prodotta e trasmessa dalla piattaforma streaming Netflix, è universalmente riconosciuta come un flop, con valutazioni di critica bassissime e crollo verticale degli ascolti, tanto da mettere in forse una quarta stagione. Una delle cause è sicuramente il cambio di attore protagonista, con Liam Hemsworth che ha sostituito Henry Cavill nel ruolo di Geralt di Rivia, ma altre ragioni risiedono probabilmente proprio nella stesura del Plot.

Plot che sarebbe poi uno dei motivi per cui Cavill avrebbe rifiutato la parte dopo due stagioni: questo si distaccherebbe troppo dagli intrecci e dalla profondità delle originali opere letterarie di Andrzej Sapkowski. A rimarcare la questione, gettando dunque benzina sul fuoco, pensa oggi il produttore polacco Tomek Baginski che, in un'intervista rilasciata al sito Wyborcza, spiega come molti dei tagli, degli arrangiamenti e delle variazioni sulla trama siano state fatte per rispondere all'esigenza dell'utenza finale, soprattutto quella Americana.

"La decisione di semplificare dei punti di trama come per esempio la complessa geopolitica di The Witcher è spesso necessaria quando una serie è fatta per una massa di utenza enorme con differenti esperienze e da diverse parti del mondo, con la maggior parte di questa Americana - spiega Baginski, ma poi rincara la dose - Ho avuto lo stesso blocco preconcetto quando ho presentato il mio progetto Hardkor 44 [mai realizzato] anni fa e ho cercato di spiegare: c'era un'insurrezione in Polonia contro la Germania, ma i Russi avevano già superato i fiumi e c'erano anche soldati dall'Ungheria e dall'Ucraina. Per gli Americani era totalmente incomprensibile, troppo complicato, perché loro sono cresciuti in un contesto storico differente dove tutto è stato arrangiato: l'America è sempre buona, tutti gli altri sono i cattivi. E non ci sono complicazioni."

D'altro canto, lo stesso Baginski non è nuovo nello scaricare sulle caratteristiche dell'utente finale i motivi dell'insuccesso di uno show: già ai tempi della seconda stagione di The Wticher, infatti, in una video-intervista sul canale YouTube Imponderabilia il produttore accusava gli utenti più giovani di scarsa attenzione: "Per il pubblico più giovane la logica del plot è meno significativa... questa gente è cresciuta su TikTok e YouTube, salta da video a video, cerca solo le emozioni. Cari ragazzini: quello che fate vi rende meno resilienti ai contenuti più lunghi, a lunghe e complicate catene di causa ed effetto."

Insomma: quello che si regge tra le righe delle dichiarazioni di Baginski è qualcosa del tipo "Abbiamo preso una bella e complessa serie letteraria e l'abbiamo trasformata in uno show per ragazzini scemi e ignoranti perché così avrebbe venduto di più." Contenti loro...