Tokyo Vice - Doccia fredda da HBO
Non è bastata l'altissima qualità artistica di una delle produzioni crime più affascinanti degli ultimi anni
Quando all'inizio di questo mese si è diffusa la notizia che il crime drama ambientato in Giappone Tokyo Vice era stato cancellato, i fan non hanno tardato a farsi sentire anche se di fatto non si è trattato proprio di un fulmine a ciel sereno. Ispirato all'omonimo libro “Tokyo Vice - Un reporter nel cuore della yakuza” di Jake Adelstein, per 2 stagioni lo show, co-prodotto dal maestro Michael Mann e dallo stesso Ansel Elgort, si è distinto come produzione artistica di altissimo livello in un panorama televisivo perlopiù asfittico e in declino di originalità.
Elgort è tra i personaggi principali di una storia di crimini e criminali all'interno della Yakuza, la potente organizzazione che gestisce l'illegalità per l'immensa metropoli giapponese. È lui Jake Adelstein, un “Gaijin” - straniero con l'ambizione di diventare giornalista di punta della cronaca nera locale. Reporter inizialmente in grande difficoltà ad affrontare la locale cultura suburbana, quella che non si impara sui libri di scuola ma per strada.
La seconda stagione ha ampliato il focus della storia di Jake, portando il conflitto a lungo covato con il boss emergente Tozawa (Ayumi Tanida) a un punto culminante. Il finale ha offerto una conclusione ritenuta soddisfacente, terminando con Jake e il suo partner non ufficiale, il detective Katagiri (Ken Watanabe) della polizia, che provano a sedersi in silenzio dopo il pesante scontro con Tozawa. Ben 10 episodi (2 in più della precedente) che hanno dimostrato quanto fosse profonda la narrazione di luoghi e individui, seguendo la vita notturna nascosta del collega di Jake, Trendy (Takaki Uda), ponendo l'accento sul nascente boss yakuza Sago (Show Kasamatsu) in qualità di protagonista a pieno titolo. Un vero peccato che HBO abbia annunciato la chiusura della serie.