Ubisoft in Sciopero: salari troppo bassi!
Tre team francesi della software house incrociano le braccia ai rincari
La crisi economica sempre più diffusa sta interessando il mondo del videogioco su più fronti: negli ultimi mesi abbiamo più volte riportato notizie di licenziamenti, chiusure o cancellazioni di progetti, con le software house che cercano in tutti i modi di ridurre le spese. D'altro canto, anche chi rimane sul posto di lavoro vede aumentare le cifre dei conti quali affitto, consumi e quant'altro, col risultato che chi è sostenuto da un movimento sindacale valido lotti perché i compensi siano adeguati a tali rincari.
È quello che succede in Francia dove tre team del colosso Ubisoft sono entrati in Sciopero all'inizio di Febbraio. La motivazione, riportata dalla testata transalpina Gamekult, è presto detta: per il secondo anno di seguito la casa di Guillemot non ha adeguato gli stipendi all'incremento del costo della vita, con aumenti molti inferiori alle cifre prospettate.
Tra le altre cose, i manifestanti contestano la decisione ventilata da parte della dirigenza di ridurre i costi di 200 milioni di dollari nel 2024, il ché si concretizzerebbe in condizioni contrattuali ancora meno favorevoli o in nuovi licenziamenti. "Per uno studio di sviluppo di videogiochi, il modo migliore per guadagnare è realizzare giochi in condizioni tali da permettere di raggiungere un'elevata qualità. Nel capitalismo non si fanno soldi risparmiando sui dipendenti che li producono o sugli strumenti a loro disposizione. Chi lavora vuole essere fiero di ciò che pubblica, ma non è possibile lavorare lottando per l'affitto o con le condizioni precarie".
Il progetto di più immediata pubblicazione di Ubisoft è il titolo piratesco Skull & Bones di cui abbiamo pubblicato proprio quest'oggi la Recensione.