Unity fa dietro-front: a breve nuovi annunci
Le scuse della società
Tanto tuonò che... spuntò l'arcobaleno. Unity ha pubblicato sul suo profilo X [già Twitter] un messaggio di scuse per il vespaio suscitato dall'annuncio della cosiddetta Installation Fee, la "tassa" che la società intenderebbe esigere per tutte le installazioni di prodotti che utilizzano il suo celeberrimo motore grafico.
Ecco il messaggio in questione:
"Vi abbiamo ascoltato. Ci scusiamo per la confusione e l'angoscia causati dalla policy di runtime fee che abbiamo annunciato martedì. Stiamo ascoltando, discutendo coi membri del nostro team, la community, i clienti e i partner, e stiamo effettuando delle variazioni alla policy. Pubblicheremo un aggiornamento entro un paio di giorni. Grazie per i vostri feedback onesti e critici."
È bene ricordare che questo annuncio arriva dopo che alcuni episodi stavano rendendo la situazione insostenibile: parliamo per esempio dei primi boicottaggi operati dagli sviluppatori, fino alle deprecabili minacce di morte considerate "credibili" e che hanno tenuto gli uffici di Unity chiusi per due giorni. Il tutto condito da indiscrezioni su dirigenti e azionisti che avrebbero monetizzato milioni di dollari vendendo le azioni della società prima del fatale annuncio. A margine, qualcuno ha notato che tra i vari acquirenti di Unity ci sarebbero anche delle case di un certo spessore - i "partner" citati nel tweet - come ad esempio Ubisoft e Nintendo, i quali probabilmente non avrebbero gradito che la società monitorasse i loro software per contarne le installazioni.
Insomma: non sappiamo se Unity rimuoverà definitivamente il balzello, ma sicuramente dovrà rivedere i suoi piani se non vuole concludere anzitempo la sua finora luminosa carriera...