Watch Dogs: gli Occhiali sono Realtà!

Realizzati con tecnologie a portata di tutti

di Tommaso Alisonno

Watch Dogs - il videogioco di Ubisoft a cui ha fatto seguito Watch Dogs 2 e il meno fortunato Watch Dogs Legion - è ambientato in un mondo distopico in cui è possibile ottenere informazioni sulle persone che si incrociano per strada semplicemente inquadrandole tramite il proprio smartphone.

"Fantascienza" diranno alcuni; "mica tanto, anzi: per niente" replicheranno altri. E questi altri hanno ragione, perché due studenti dell'università di Harvard, AnhPhu Nguyen e Caine Ardayfio, sono riusciti a mettere insieme tramite prodotti e software attualmente sul mercato un sistema che sostanzialmente ottiene gli stessi risultati.

Per realizzare il loro progetto - che specificano essere di natura sperimentale e assolutamente non destinato alla commercializzazione - i due studenti hanno utilizzato degli occhiali Meta Ray-Ban a cui hanno accostato il software PrimEyes. Il risultato è un accrocchio che con una semplice scan del viso di una persona è in grado di individuare lo stesso soggetto in rete ed accedere con successiva ricerca a tutti i dati che siano in qualche modo raggiungibili per via pubblica. L'obiettivo dell'esperimento è quello di dimostrare quanto vasta sia la mole di informazioni che le persone inseriscono in rete senza rendersi conto di come esse siano disponibili a tutti: Nguyen e Ardayfio si sono presentati a completi sconosciuti citando episodi della loro vita, chiedendo conferma del loro indirizzo o addirittura mostrando loro il numero di telefono della madre.

"Potremmo mostrare alla gente foto del loro giardino d'infanzia che loro non hanno neppure mai visto prima - dice Ardayfio - La maggior parte delle persone è sorpresa di quanti dati hanno online. Se questa idea finisse nelle mani di un malintenzionato sarebbe un vero problema."

Come fare per proteggersi, dunque? I due, a conclusione del progetto di studio, hanno steso un esaustivo trattato in cui riportano anche i modi in cui reperire e rimuovere i propri dati dalla rete. A suo tempo, società come Google e Facebook hanno dichiarato di possedere già tecnologie similari ma di aver deciso di non commercializzarle proprio per la loro pericolosità.

Ma se fossimo anche solo leggerissimamente complottisti, potremmo pensare che i malintenzionati abbiano già in mano tecnologie simili. Se lo fossimo, eh?...