Game Pass: l'FTC critica la manovra
"È proprio quello che volevamo evitare"
Quelli tra noi che hanno seguito anche per sommi capi le vicende legali relative all'acquisizione da parte di Microsoft del pacchetto Activision Blizzard King ricorderanno che uno dei primi scogli fu il parere negativo della Federal Trade Commission - FTC in breve - ossia l'Authority americana che vigila sulle attività disoneste o anche semplicemente dannose per l'utente finale, come ad esempio l'istituzione di un monopolio.
Sebbene l'originale "NO" dell'FTC non fu l'ultimo ostacolo da superare per la casa di Redmond - anche dopo aver convinto la corte statunitense, infatti, Microsoft ha dovuto confrontarsi con quella Britannica - l'Authority ha naturalmente continuato a monitorare le attività della società ed i suoi giudizi non sono certamente accondiscendenti.
Già a Febbraio, infatti, l'FTC aveva espresso in una lettera la sua contrarietà per i quasi 2000 licenziamenti operati da Microsoft, molti dei quali avevano interessato per l'appunto i team interni delle nuove sussidiarie [e già se ne prospettano altri]; adesso l'Authority si schiera nuovamente contro il colosso videoludico attaccando la nuova configurazione dell'offerta Game Pass.
FTC: il Nuovo Game Pass danneggia gli Utenti
Sono sostanzialmente due i punti che l'FTP critica nella Lettera inviata alla U.S Court of Appeals for the Ninth Circuit, imputando entrambi ad un maggior potere contrattuale di Microsoft in forza dell'acquisizione svolta. Il primo è, senza mezzi termini, l'aumento di prezzo dei pacchetti di base, il quale porta l'utente medio a dover spendere di più.
"L'incremento di prezzo di Microsoft e la degradazione del prodotto, combinata con gli investimenti ridotti tramite licenziamento dei dipendenti, sono il segno distintivo di una società che esercita potere di mercato dopo una fusione" scrive l'FTC.
Spendere di più... per meno, e questo è il secondo e più importante punto. Se infatti da un lato sarebbe potuto essere giustificato un aumento di prezzo qualora questo fosse accompagnato da un servizio più ricco - uno cioè che offrisse tutti i titoli delle nuove società sussidiarie gratuitamente al Day-1 a tutti i subscriber - in realtà il nuovo Game Pass base non garantirà questo accesso, ed anzi proprio i titoli più richiesti, come il prossimo Call of Duty: Black Ops 6, sono destinati ad arrivare nel pacchetto base solo dopo mesi (o anni).
La cosa più grave è che Microsoft si era sperticata in esplicite promesse proprio in questo senso: "Microsoft promise che 'l'acquisizione porterà beneficio ai consumatori rendendo [CoD] disponibile sul Microsoft Game Pass il giorno in cui sarà disponibile per console (senza incremento di prezzo del servizio dovuto all'acquisizione)'" ...e invece.
"Le azioni post-fusione di Microsoft confermano quindi l'utilità del progetto del Congresso di bloccare preventivamente le fusioni per valutare appieno i loro possibili effetti competitivi e lo scetticismo dei giudici nei confronti di promesse incoerenti con gli interessi economici di un'azienda" conclude la lettera.
Ovviamente quando si parla di dispute legali le questioni si fanno complesse e delicate, dunque non siamo assolutamente in grado di predire quali possano essere le decisioni della corte d'appello in seguito a tali segnalazioni: a lume di naso ci sembra pressoché impossibile "disfare la fusione", così come l'esperienza ci insegna che il concetto di "libero mercato" non permette alle istituzioni centrali di intervenire sui prezzi di un servizio come il Game Pass, che ricordiamo essere facoltativo (non obbligatorio) nella fruizione del bene; è però possibile che Microsoft possa essere sanzionata per aver disilluso le promesse espresse in sede processuale.
Difficilmente l'ammontare di una tale sanzione preoccuperà la tesoreria di Redmond...