Encanto, la recensione: Disney punta su un film tutto cuore e fa centro
Disney punta su una protagonista pragmatica e molto equilibrata in un film tutto cuore, dal cast allargato: Encanto incanta sia quando si lascia trascinare dalle emozioni, sia quando fa mosse più calcolate.
Ripensandoci a mente fredda, Encanto non è decisamente il film tutto cuore ed emozione che vuole far credere Disney. La sua grandezza sta proprio nel come appaia genuino e sentito quando dietro c'è ben più di un calcolo per colpire al cuore il pubblico. Sono tanto gli indizi che indicano quanto il film sia meno genuino di quel che sembri, ma dato che funziona così bene, è il caso di mettere il cinismo da parte e iniziare questa recensione riconoscendogli i suoi meriti. Il film natalizio animato della Casa del Topo del 2021 (che ora potete trovare anche su Disney+) è un delizioso racconto corale e familiare, con al centro una famiglia latina molto speciale, di cui chiunque sia cresciuto in una realtà altrettanto affollata riconoscerà facilmente dinamiche e casistiche.
Il momento più forte e genuino di Encanto è l'apertura, in cui troviamo l'abuela della protagonista Mirabel rimasta sola con tre neonati, dopo che il marito e padre della prole è caduto per mano di misteriosi figuri a cavallo. Il corso d'acqua che separa fuggitivi e inseguitori, le sagome a cavallo che somigliano pericolosamente a quelle di certi sceriffi texani o del New Mexico, l'etnia latina (più precisamente colombiana) dei protagonista: non è un'allusione al presente così sottile, ma funziona. I Mirabel sono fuggiaschi, migranti, profughi, che vengono toccati da un miracolo.
Encanto: la trama del film d'animazione Disney
Rispetto alla brutale realtà presente, i protagonisti dei film Disney possono ancora sperare in un miracolo: l'abuela di Mirabel viene salvata da una magica candela, che guida lei e gli altri fuggiaschi nel cuore delle montagne. Qui la famiglia Madrigal guida la comunità grazie agli straordinari poteri che la candela magica dona ad ogni membro del nucleo familiare: c'è chi ha una super forza, chi un udito eccezionale, chi ha la capacità di guarire gli altri e chi di far fiorire tutto intorno a sé. L'incantesimo dei Madrigal subisce una brusca battuta d'arresto quando Mirabel raggiunge l'età per ottenere il suo potere e aprire la sua porta magica per scoprirne le caratteristiche. Durante la festa, la porta di Mirabel scompare e la protagonista deve crescere con la consapevolezza di essere l'unica componente senza poteri di una famiglia affettuosa, espansiva e impicciona fino a diventare ingombrante, comandata con pugno di ferro dalla nonna capostipite.
Sotto la scorza magica però i Madrigal sono più deboli di quel che sembrano: una profezia nefasta grava sulla casata e mette in pericolo il miracolo magico su cui si regge la casa e la famiglia. L'unica che sembra in grado di fare qualcosa è proprio Mirabel, non ostacolata dall'ansia di perdere un potere magico che, apprenderemo strada facendo, può essere fonte d'infinite angosce.
Encanto: punti di forza e debolezza del film Disney
L'aspetto affascinante di Encanto è quanto venga lasciato libero di avere zone indefinite al di fuori dello stretto perimetro della narrazione. Questo pur essendo un film targato Disney, ovvero un'azienda d'intrattenimento ormai ossessionata dalla continuity dei suoi universi e dal bisogno di spiegarne ogni dettaglio. Così come il mondo fuori dalla valle in cui vivono i Madrigal rimane avvolto in una nebbia indistinta, così i passaggi di trama che non sono direttamente interessati dalla storia rimangono oscuri e senza sviluppo. Da dove venga il miracolo, quale sia il potere della nonna di Mirabel e perché il film finisca con quel tipo di epilogo sono domande che Encanto non si pone, tirando fuori una storia coerente che non ha urgenza di spiegarsi ad ogni passo.
The future was undecided dice a un certo punto lo zio Bruno ed è proprio così che procede Encanto, scelta molto forte e che darà fastidio a più di uno spettatore abituato a fiutare un buco di trama in ogni zona d'ombra. Encanto prosegue felice per la sua direzione, un sapiente mix d'ironia e canzoni musicate da Germaine Franco e Lin-Manuel Miranda. Per sonorità e tematiche appare evidente come si rivolgano a un pubblico un po' più grandicello della media Disney, sia per testi che per tematiche.
Mirabel è più di un'adolescente complessata, è una giovane adulta che ha già affrontato le sue delusioni, ****così come le sue sorelle. In canzoni come Under the Surface è probabile che si rivedano più i 30enni che i piccoli spettatori: è decisamente una mossa calcolata, così come la presenza di unicorni, capibara, cactus e tutta una serie di oggetti, animali e piante diventati "cool" in specifiche cerchie online a cui questo film si rivolge.
Nonostante soffra come dei suoi recenti predecessori di una certa dose di eccessiva educazione e sia figlio di una sensibilità ipercontemporanea che rischia di renderne alcuni passaggi incomprensibili nel giro di qualche anno, Encanto in qualche modo si fa strada nel cuore dello spettatore adulto. Ci riesce puntando al peso delle aspettative genitoriali o sul mai sopito senso d'estraneità rispetto al proprio nucleo familiare che alcuni si portano dietro dall'adolescenza o ancora sul carisma delle generazioni più anziane che faticano a comunicare con le più giovani, dalla sensibilità attenta e ferma, affiancata dall'ironia ora rassegnata, ora lievemente pungente.
Date le ambientazioni, le cromie e il background culturale latino della pellicola, è difficile non pensare a Coco di Pixar, che sul comparto tecnico si muoveva a un livello stupefacente, che Encanto non prova nemmeno ad avvicinare. Il tema onnipresente della famiglia unisce i due film, ma il punto di vista lievemente più adulto di Encanto (che in questo somiglia molto di più a Soul) lo rendono una visione con cui è emotivamente più sempre relazionarsi.