Halloween Kills, la recensione: l'America di oggi fa più paura di Michael Myers
Sequel del film del 2018 e dodicesimo titolo della saga omonima, Halloween Kills analizza le reazioni di un'America impaurita e si prepara a riscrivere l'essenza stessa del suo disturbante villain
È di nuovo Halloween a Haddonfield, nell'Illinois, la cittadina natale dell'Uomo Nero ma anche casa di Laurie (Jamie Lee Curtis) e delle tante persone sopravvissute al male assoluto, Michael Myers. Halloween Kills si apre con una festicciola in un locale a cui sopraggiungono tanti sopravvissuti degli anni passati: Tommy Doyle, Lindsey Wallace, Karen. Nonostante dentor la finzioone e nella realtà sia trascorso poco tempo, qualcosa è tangibilmente cambiato dall'ultimo film in cui Laurie con figlia e nipote riusciva a incastrare Michael Myers in una trappola e a ucciderlo.
La trama di Halloween Kills
Ovviamente lo spietato killer è vivo e sta già mietendo vittime a Haddonfield. Qualcosa però è cambiato in America, dentro e fuori il grande schermo. Difficile assistere a questo film (che si apre proprio dove si chiudeva il precedente) e non vederci un'allegoria neanche troppo sottile dell'America di Trump, ossessionata dal Male di cui non conosce il vero volto (e che quindi vede ovunque), accecata da una smania di farsi giustizia che porta solo a inutile violenza, velocissima ad armarsi ma poco incline a riflettere.
Laurie (Jamie Lee Curtis), sopravvissuta nel 1963 all'aggressione dell'assassino ma mai veramente capace di far uscire Michael Myers dalla sua mente e dalla sua vita, lo definisce "il capolavoro di Michael": lo scoppio della cieca violenza che non solo non sarà capace di abbatterlo, ma renderà più difficile catturarlo. Si tratta di una delle evoluzioni più interessanti di questo dodicesimo capitolo dell'amata saga dedicata al killer creato da Debra Hill e John Carpenter (qui coinvolto per comporre la colonna sonora).
Due scelte incisive in mezzo a tanti scivoloni
Un'altra scelta forte ma dagli esiti ancora tutti da verificare è quella che rilegge Myers in natura quasi sovrannaturale. È il personaggio stesso di Laurie a spiegare come cominci a dubitare della natura umana del killer di Halloween. Un uomo invecchiato come lei ma ancora capace di sfuggire ad ogni agguato, sopravvivere a ogni colpo, sbaragliare ogni avversario prima di infliggere la sua crudeltà. Ad alimentarlo sembra essere il male, quindi la violenza non permetterà di ucciderlo, ma allora cosa?
La risposta forse arriverà nel terzo capitolo della nuova trilogia già annunciata. Nell'attesa si spera vivamente che si possa superare questa ormai imbarazzante convenzione dei personaggi degli horror dalle azioni così incoerenti e apertamente stupide da distruggere ogni tipo di tensione narrativa. Una persona che ha perso il padre per mano di Myers e che ne conosce la pericolosità può forse lasciare andare la sua unica arma non appena vede un cadavere di fronte a lei, incurante della presenza pochi metri dell'assassino? Non serve a niente realizzare tutto con la quasi assenza degli effetti speciali digitali per ricorrere un certo grado di realismo se poi il comportamento stesso dei protagonisti è così irrealistico, fasullo.