Recensione Lupin III - The First
Un pò James Bond, un pò Indiana Jones, tutto Lupin
Tutti lo conoscono, del resto è il ladro famoso ladro di tutti i tempi, e adesso arriva nelle sale italiane dal 27 Febbraio con un’avventura dalla grafica completamente rinnovata. Lupin III – The Fist è il titolo del misterioso capitolo che vedrà viaggiare il ladro francese da Parigi fino al Brasile, per provare a rubare l’unico tesoro che il suo antenato non è stato in grado di trafugare: il diario di Bresson, un famoso archeologo. Esso è la chiave necessaria per poter proseguire l’avventura, ma sarà anche l’oggetto che lo porterà ad affrontare alcuni fantasmi del passato. Alla sua banda si unirà una nuova complice, Laetitia è una giovane esperta di archeologia, ma non sono gli unici interessati al tesoro. Lupen, Jigen, Goemon, Fujiko e persino il commissario Zenigata si scontreranno in un faccia a faccia all’ultima risorsa contro una pericolosa organizzazione criminale.
La follia e l’assurdo, come sempre, sono le principali caratteristiche del ladro più talentuoso di sempre. Si sa, del resto, che molto spesso le sue avventure sono caratterizzate da eventi impossibili o inspiegabili, ma in fin dei conti è proprio questo il lato divertente di quest’anime. Quella magia cinquecento riesce a consumare più chilometri di un Jet privato arrivando, come sempre, nel momento giusto al posto giusto. L dinamiche tra i personaggi non cambiano, Goemon e Jigen che tengono il muso a Lupin, ma che comunque gli salvano la pelle. Una banda che dimostra quanto la cooperazione sia necessaria per la riuscita di un colpo da maestro.
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Il solito e vecchio Lupin quindi, quello che tutti hanno imparato ad amare con l’anime ideato da Monkey Punch nel 1967. Protagonista da tempo di romanzi, manga e live action, approda al cinema con una grafica completamente rinnovata. La vera novità, infatti, è proprio costituita dai movimenti in animazione 3D CGI. Le espressioni, nonostante restino simile a quelle già note, assumono una connotazione dal sapore più recente che però si declina in due versanti in realtà diversi. Da una parte, infatti, troviamo un Lupin e i componenti della banda che sono stati letteralmente trasportati in tridimensionalità mantenendo l’aspetto dell’anime; dall’altra, invece, abbiamo i personaggi protagonisti di questa avventura che invece riportano alla memoria un disegno dall’aspetto più simile al versante americano. Laetitia, ad esempio, può tranquillamente sembrare parente delle ultime principesse nate in casa Disney e Pixar.
Lupin III The First di Takashi Yamazaki, nonostante l’impegno eseguito nella realizzazione dell’animazione, mostra sicuramente i segni di una certa immaturità soprattutto per quanto riguarda i movimenti in azione o in combattimento. I segni della tecnica pittorica eseguita a mano in 2D continuano ad essere presenti in alcune inquadrature, ma la libertà offerta dal 3D costituisce una buona base per ulteriori passi avanti.
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Redazione