The Karate Kid – Recensione della Film Collection Sony Pictures Home Entertainment

Nel cuore degli adolescenti che hanno vissuto la magia degli anni '80, Karate Kid è ora disponibile in Ultra High Definition assieme ai due sequel. Distribuzione Eagle Pictures

The Karate Kid  Recensione della Film Collection Sony Pictures Home Entertainment

Gli anni '80 furono un decennio spesso formidabile per Hollywood, cinema popcorn dell'epoca alle cui fondamenta s'incrociano acclamati franchise proprio come Karate Kid. Nel 2022 contiamo 5 film di cui 3 sequel, 1 remake e la recente notevolissima serie tv Cobra Kai, tutt'ora in produzione e con 5 stagioni all'attivo. Certo quando nel 1984 uscì in sala The Karate Kid – Per vincere domani nessuno poteva immaginare una così lunga e radiosa scia di successo.

1984 – Per vincere domani

Tutto inizia col trasloco dal New Jersey in California dell'adolescente Daniel LaRusso (Ralph Macchio) e della madre presso un appartamento popolare. Appassionato di arti marziali, per essersi avvicinato alla bella coetanea Ali (Elisabeth Shue) Daniel suscita l'ira de facoltoso e violento Johnny (William Zabka), ex della ragazza, e dalla sua banda di accoliti. A salvarlo in extremis da un brutale pestaggio ci pensa l'addetto alla manutenzione del condominio in cui Daniel vive, il pacifico Mr. Miyagi (Noriyuki "Pat" Morita), che si rivela profondo conoscitore del karate. Compresa l'impossibilità di una soluzione pacifica tra i due, benché inizialmente riluttante sarà proprio lui a preparare Daniel per un locale torneo in cui sarà presente Johnny e il resto degli allievi della scuola di arti marziali “Cobra Kai”, condotta dal cattivo maestro John Kreese (Martin Kove).

The Karate Kid – Recensione della Film Collection Sony Pictures Home Entertainment

1986 – La storia continua

L'enorme successo commerciale (oltre 90 milioni di dollari contro 8 di budget) spinse a produrre il primo sequel Karate Kid II – La storia continua (1986), in cui Daniel segue Miyagi in quel di Okinawa dopo che questi ha saputo del grave stato di salute del padre. L'accoglienza su suolo giapponese non sarà delle migliori: mentre il maestro sarà chiamato a risolvere un vecchio conto in sospeso con l'ex amico Sato (Danny Kamekona), il ragazzo dovrà vedersela col violento nipote di quest'ultimo, che reclama un duello all'ultimo sangue.

1989 – La sfida finale

Mentre la coppia si trova nel Paese del Sol Levante, il sensei John Kreese cade in disgrazia ed è costretto a chiudere il Cobra Kai. Ed è proprio da qui che ha inizio la storia del successivo Karate Kid III – La sfida finale, del 1989. Kreese ha la chance di risollevarsi grazie all'ex commilitone Terrance (Thomas Ian Griffith), a cui salvò la vita in Vietnam, arricchitosi con affari poco leciti e che si ripromette di vendicare l'amico. Per farlo assolda uno spietato karateka, che dovrà punire Daniel nell'imminente torneo a cui è costretto a iscriversi. Scelta che lo pone in conflitto con Miyagi, che concepisce lo scontro fisico solo come elemento di difesa. I due si separano e Daniel finisce per convincersi che la strada migliore è quella di allenarsi nel rinnovato dojo Cobra Kai, riaperto da Terrance, che facendo il doppio gioco lo sottopone a un violento stress psico-fisico.

Dopo il pugilato fu il karaté

Ad accomunare tutti e tre i film la regia dell'ottimo John G. Avildsen, regista statunitense già dietro la cinepresa del primo storico Rocky. E siccome squadra vincente non si cambia, anche alla sceneggiatura ricorre la penna di Robert Mark Kamen, distintosi in precedenza per lo script dello strepitoso Taps – Squilli di rivolta (1981). Dopo l'exploit ai botteghini il primo Karate Kid divenne opera di culto, entrando nell'immaginario collettivo con vere e proprie citazioni di battute (come “metti la cera, togli la cera”). Dei tre il secondo resta l'anello più debole dal punto di vista narrativo, scelta non felicissima quella di spostare l'azione in Giappone per raccontare il passato di Miyagi, tornando sui proprio passi con un più felice terzo capitolo e un nuovo torneo per Daniel, anche se privo della magia del primo film. Escluso da questo cofanetto Karate Kid IV - The Next Karate Kid (1994), che ripercorreva pedissequamente le orme del primo ma al posto di Ralph Macchio la quasi esordiente Hilary Swank.

The Karate Kid – Recensione della Film Collection Sony Pictures Home Entertainment

Come si vedono i 3 Blu-ray 4K

Le tre pellicole recentemente sono state oggetto di recupero con nuovo scan 4K nativo e creazione di speculare master da cui si è partiti per la produzione della prima edizione Home Video UHD/4K su Blu-ray. Per tutti l'aspect ratio dell'immagine è 1.85:1 originale (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato. Qualità d'immagine ampiamente superiore rispetto alla precedente edizione Blu-ray, ulteriore rifinitura elementi anche in secondo piano e il fondamentale supporto del Dolby Vision, con cui è stato possibile dosare la gamma dinamica tra luci e colori in funzione di specifiche scene. Il risultato finale è una maggiore fedeltà all'originale fotografia dei tre film e uno spettacolo mai così vicino alla visione in sala. Migliorata anche la profondità dei neri e il dettaglio complessivo per quella che a oggi è la versione definitiva della trilogia. All'interno di ciascuno dei 3 case in plastica è contenuto anche il Blu-ray Full HD con la precedente edizione in alta definizione.

Come si sentono i 3 Blu-ray 4K

Il comparto audio italiano resta di livello, benché non così entusiasmante, solo per il primo film, peraltro l'unico a beneficiare di traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali (16 bit). Stessa traccia del passato con dinamica nel complesso attraente per le transizioni più vivaci, come per esempio: la festa in spiaggia in cui Daniel conosce Ali, i rombi delle moto da cross, l'accompagnamento musicale fino al caotico torneo. Dinamica dignitosa così come la separazione tra i canali, subwoofer incluso, ma si sente sempre la mancanza di un missaggio all'altezza della situazione. Superiore quanto identica al passato anche l'inglese Dolby ATMOS, che regala una migliore separazione tra i canali, ulteriore sonicità e aggressività alzando l'asticella del coinvolgimento sin dalle prime battute.

Il secondo Karate Kid è di fatto quello tecnicamente da riferimento per le immagini ma, mentre la lingua originale prosegue in Dolby ATMOS, l'italiano decade con una più compressa traccia Dolby Digital 5.1 canali (448 kbps) identica al vecchio DVD. La grinta delle immagini finisce così per scemare rapidamente tra le pieghe di un segnale non all'altezza, con limitata presenza per i canali posteriori così come per il subwoofer. Pecora nera il terzo film che essendo anche il più recente si sperava accompagnato da tutt'altro comparto tecnico, ma l'italiano Dolby Digital 2.0 canali (192 kbps) tarpa le ali al racconto con una traccia agli albori del DVD. L'unica scelta è passare di nuovo al Dolby ATMOS inglese, gustandosi un missaggio in piena forma tra effetti, musiche e dialoghi.

Extra tra vecchi e nuovi

Solo il trailer per il terzo film. Karate Kid II include sul disco UHD il commento al film degli attori Ralph Macchio e Tamlyn Tomita; c'è una scena tagliata in cui si osserva Daniel lavorare in giardino e il trailer. Il disco Blu-ray Full HD include un approfondimento sul film dell'epoca e il commento video al film in forma di pop-up.

Simili i supplementi per il primo film sul disco UHD, con nuovo mini documentario sul franchise, 4 scene tagliate dal montaggio finale e il trailer. Sullo speculare Blu-ray Full HD i migliori extra disponibili, anche se datati: commento video in forma di pop-up in compagnia di Ralph Macchio e William Zabka; film documentario di circa 45' minuti diviso in due parti con focus sul franchise e il primo film, interventi di parte di cast e troupe. Ulteriori 13' minuti sulla preparazione del cast, 8' minuti sulla colonna sonora con la presenza del maestro Bill Conti, approfondimento sui Bonsai di 10'. Sottotitoli in italiano ovunque.  

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