Hitman: Agent 47
di
Roberto Vicario
Non é la prima volta che l'assassino pelato con il codice a barre tatuato sul collo arriva sul grande schermo. Nel 2007, il regista Xavier Gens, portò sul grande schermo Hitman - L'Assassino. Nei panni del sicario allora c'era un poco convincente Timothy Olyphant. Il film fu un flop clamoroso sia al botteghino quanto a livello di critica, e l'unico particolare che si ricorda del film ancora oggi é la bellissima Olga Kurylenko.
A distanza di 8 anni Alexander Bach prova nuovamente a rendere giustizia ad uno dei personaggi più amati e conosciuti del panorama videoludico con Hitman: Agent 47. Come sarà andata questa volta? Purtroppo non bene…
La storia é più o meno quella che già abbiamo imparato a conoscere all'interno dei videogiochi. Al mondo esistono agenti speciali creati all'interno di laboratori che vengono trasformati in spietati assassini. Un ruolo perfetto per degli esseri umani in grado di non provare sentimenti.
Tutto fila lisca sino a quando all'interno della vita dell'Agente 47 (Rupert Friend), entra in gioco una donna (Hannah Ware). Per sgominare un pericoloso piano orchestato dalla stessa agenzia che l'ha creato, l'agente dovrà quindi insegnare alla donna a “sopravvivere” e allo stesso tempo difenderla.
Proprio la trama che vi abbiamo raccontato a grandissime linee, é uno dei tanti elementi negativi del film che non riescono a trasformarlo in un prodotto convincente. Inutile girarci intorno: Agent 47 non riesce minimamente a trasportare all'interno della pellicola il feeling e le emozioni del videogioco.
Gran parte della colpa, come dicevamo, deriva principalmente da un plot narrativo che non solo non riesce ad emozionare, ma cerca delle inutili complicazioni che all'atto pratico non fanno altro che appesantire una trama di per se già povera di mordente. Si cerca pathos ma si raccolgono solo sbadigli.
Poco male direte voi, sto andando a vedere un film su Hitman, mi aspetto almeno della buona azione! Peccato che il film non convince nemmeno sotto questo aspetto con una scelta di tempi, stunt e coreografie noiosissime, piatte e piuttosto banali. Bach fallisce in quello che probabilmente doveva essere l'elemento cardine di tutta l'esperienza audiovisiva, e che invece, ancora più della trama (utilizzando i giusti metri di paragone) risulta alquanto distante da quello che doveva probabilmente essere il lavoro finale.
Bisogna anche sottolineare come il bravo Rupert Friend - apprezzato da molti in Homeland -, in questa occasione non riesca a trovarsi perfettamente a suo agio nel personaggio, regalandoci una versione dell'agente 47 troppo imperfetta e lontanissima da quella che un buon appassionato si aspetterebbe, tanto da riabilitare a tratti il lavoro svolto da Timothy Olyphant nel 2007.
Spezzando una lancia a favore di Friend, possiamo tranquillamente affermare che nessun del cast spicca in maniera assoluta, anzi, sotto l'aspetto recitativo abbiamo percepito una piattezza generale piuttosto preoccupante sian nel personaggio di Zachary Quinto che in quello di Hannah Ware.
Hitman: Agent 47, dimostra in maniera ancora più limpida quanto fatto in passato, come sia difficile portare sul grande schermo un personaggio come quello dell'Agente 47. Inoltre, il fallimento totale al botteghino statunitense, potrebbe definitivamente sancire il divorzio tra questo brand ed il mondo del cinema.
Indipendente dal fatto che siate appassionati o meno del videogioco, Hitman: Agent 47 é un brutto film d'azione: pessima regia, insipide scene d'azione infarcite con un'esagerata quantità di CG e una prova di recitazione da parte degli attori che non convince minimamente. Il prodotto é inoltre la dimostrazione di quanto sia davvero difficile portare un media come quello del videogioco sul grande schermo, riuscendo ad offirre un prodotto di qualità in grado di bissare gli stessi successi.
Visto il marasma di pellicole che in queste settimane invaderanno il grande schermo, non esiste nessun valido motivo che ci spinge a consigliarvi questo film. Risparmiate i soldi e passate pure oltre.
A distanza di 8 anni Alexander Bach prova nuovamente a rendere giustizia ad uno dei personaggi più amati e conosciuti del panorama videoludico con Hitman: Agent 47. Come sarà andata questa volta? Purtroppo non bene…
Assassini che non convincono…
La storia é più o meno quella che già abbiamo imparato a conoscere all'interno dei videogiochi. Al mondo esistono agenti speciali creati all'interno di laboratori che vengono trasformati in spietati assassini. Un ruolo perfetto per degli esseri umani in grado di non provare sentimenti.
Tutto fila lisca sino a quando all'interno della vita dell'Agente 47 (Rupert Friend), entra in gioco una donna (Hannah Ware). Per sgominare un pericoloso piano orchestato dalla stessa agenzia che l'ha creato, l'agente dovrà quindi insegnare alla donna a “sopravvivere” e allo stesso tempo difenderla.
Proprio la trama che vi abbiamo raccontato a grandissime linee, é uno dei tanti elementi negativi del film che non riescono a trasformarlo in un prodotto convincente. Inutile girarci intorno: Agent 47 non riesce minimamente a trasportare all'interno della pellicola il feeling e le emozioni del videogioco.
Gran parte della colpa, come dicevamo, deriva principalmente da un plot narrativo che non solo non riesce ad emozionare, ma cerca delle inutili complicazioni che all'atto pratico non fanno altro che appesantire una trama di per se già povera di mordente. Si cerca pathos ma si raccolgono solo sbadigli.
Poco male direte voi, sto andando a vedere un film su Hitman, mi aspetto almeno della buona azione! Peccato che il film non convince nemmeno sotto questo aspetto con una scelta di tempi, stunt e coreografie noiosissime, piatte e piuttosto banali. Bach fallisce in quello che probabilmente doveva essere l'elemento cardine di tutta l'esperienza audiovisiva, e che invece, ancora più della trama (utilizzando i giusti metri di paragone) risulta alquanto distante da quello che doveva probabilmente essere il lavoro finale.
Bisogna anche sottolineare come il bravo Rupert Friend - apprezzato da molti in Homeland -, in questa occasione non riesca a trovarsi perfettamente a suo agio nel personaggio, regalandoci una versione dell'agente 47 troppo imperfetta e lontanissima da quella che un buon appassionato si aspetterebbe, tanto da riabilitare a tratti il lavoro svolto da Timothy Olyphant nel 2007.
Spezzando una lancia a favore di Friend, possiamo tranquillamente affermare che nessun del cast spicca in maniera assoluta, anzi, sotto l'aspetto recitativo abbiamo percepito una piattezza generale piuttosto preoccupante sian nel personaggio di Zachary Quinto che in quello di Hannah Ware.
Hitman: Agent 47, dimostra in maniera ancora più limpida quanto fatto in passato, come sia difficile portare sul grande schermo un personaggio come quello dell'Agente 47. Inoltre, il fallimento totale al botteghino statunitense, potrebbe definitivamente sancire il divorzio tra questo brand ed il mondo del cinema.
Indipendente dal fatto che siate appassionati o meno del videogioco, Hitman: Agent 47 é un brutto film d'azione: pessima regia, insipide scene d'azione infarcite con un'esagerata quantità di CG e una prova di recitazione da parte degli attori che non convince minimamente. Il prodotto é inoltre la dimostrazione di quanto sia davvero difficile portare un media come quello del videogioco sul grande schermo, riuscendo ad offirre un prodotto di qualità in grado di bissare gli stessi successi.
Visto il marasma di pellicole che in queste settimane invaderanno il grande schermo, non esiste nessun valido motivo che ci spinge a consigliarvi questo film. Risparmiate i soldi e passate pure oltre.