Aliens - Alla scoperta dell'edizione 4K del film di James Cameron
Le immagini UHD soffrono per il remaster video, anche se in misura meno invasiva rispetto a "True Lies"
Unica sopravvissuta all'autodistruzione dell'astronave cargo Nostromo, Ellen Ripley viene salvata 57 anni dopo e riportata sulla Terra, dove nessuno crede che un singolo alieno possa aver sterminato l'equipaggio di cui faceva parte. Persa la licenza di volo, divorata dagli incubi, si unisce al plotone di Marine per una spedizione sul medesimo planetoide dove tutto ebbe inizio, dopo che si è perso il contatto con l'insediamento umano. Dove la colonia terrestre ha avviato il processo per “terraformare” il pianeta e rendere l'atmosfera respirabile viene trovata una bambina e i segni evidenti di combattimenti, esplosioni e metallo fuso da acido molecolare.
Fantascienza vecchia scuola
Il primo Alien, capolavoro di Ridley Scott del 1978 incentrato su una singola terrificante creatura, nel 1986 passava il testimone al sequel Aliens – Scontro finale, dove un plotone di Marine coloniali si vedeva costretto ad affrontare un esercito di “Xenomorfi”. Il ritmo compassato del primo, dove il terrore serpeggiava nell'oscurità e si precipitava nel panico al minimo suono, si trasformò in una sorta di corsa senza tregua. A infiammare una scena travolgente quel geniaccio di James Cameron, che seppe trascinare lo spettatore per montagne russe dove si tira il fiato solo pochi istanti prima dei titoli di coda. La bravura non fu solo quella di dare vita a una guerra di sopravvivenza tra specie, ma di far entrare rapidamente lo spettatore in empatia con il plotone di Colonial Marine sin dalle prime battute, sentendosi parte della missione e vivendo un'esperienza elettrizzante.
Lontani dal potenziale della computer grafica, il solo ausilio di effetti ottico-visivi come miniature e matte painting (di cui Cameron era esperto sin dai tempi dell'esperienza come matte painter per film come 1997: fuga da New York) seppe creare la magnifica illusione di un campo di battaglia che si estende per il vasto complesso industriale sul pianeta LV-426. Deciso in tal senso il cambio di tono, con il terrore che diversamente striscia nel buio attraverso un approccio più pop e meno raffinato.
Pietra miliare del cinema di quel magnifico decennio e oltre, Aliens - Scontro finale non tentò affatto di replicare il primo film, trasformandolo in un racconto bellico. Quando si era capito che il film di Ridley Scott andava alla grande si mise in cantiere l'ipotesi sequel, ma nessuna proposta risultò convincente sino a quando non si propose a Cameron di preparare la sceneggiatura. La stesura colpì la 20th Century Fox, che promise di affidargli la regia se il suo Terminator avesse funzionato in sala.
Aliens - Versione cinema ed estesa
Negli anni delle videocassette e del LaserDisc Cameron fu tra i pionieri che compresero il potenziale dell'Home Video e la capacità di rilanciare l'opera attraverso una rilettura estesa, come accadde in Aliens. Alla versione cinematografica di 137' minuti del 1986 si aggiunse la Director's cut del 1990 curata dal regista che portava il racconto a 154' minuti. Tra gli elementi inediti e più significativi il primo contatto con gli alieni da parte dei coloni, la scoperta del destino della figlia di Ripley e le mitragliatrici-sentinelle poste a difesa del presidio dei Marine. Anche se con un diverso ritmo sono entrambe imperdibili e non pregiudicano l'atmosfera narrativa, benché la più lunga mostri ulteriormente lo sforzo produttivo volto a creare un'ambientazione incredibilmente realistica e coinvolgente.
Contrariamente alle scellerate decisioni di annichilire il passato, a favore di un maldestro restauro con inclusione di elementi digitali posticci come accaduto per la prima trilogia di Star Wars, almeno da questo punto di vista Cameron non ha rinnegato il lavoro originale, lasciando scegliere al pubblico tra le due versioni. Poi però è subentrata la scelta di "aggiornare" la pellicola.
Aliens 4K - Come si vede
Girato con camere Arriflex 35-III e Moviecam SuperAmerica su negativo 35mm, il regista scelse di comune accordo con il cinematographer Adrian Biddle l'impiego di negativi a elevata sensibilità 400 ASA, con innesco di notevole grana di fondo che da sempre ha accompagnato qualsiasi proposta Home Video, parte della cifra stilistica dell'opera. Anche se in misura meno devastante rispetto all'impietoso True Lies UHD, anche per Aliens – Scontro finale è stata messa in opera un'invasiva rivisitazione, con il (deprecabile) tentativo di dare una veste più “moderna” alle riprese analogiche: eliminata quindi grossa parte della grana, forzando attraverso una totale rielaborazione digitale.
Il risultato è anche qui un altro film, certo non quello visto in sala, né in passato con le precedenti pubblicazioni analogiche e digitali su videocassetta, LaserDisc, DVD e Blu-ray. Almeno qui la grana non è del tutto sparita benché molto limitata (occorre digerire l'impatto con la sigla 20th Century Fox, che di grana non ne ha più), con perdita dell'organicità stessa del girato originale che potrebbe non incontrare il plauso degli appassionati.
Formato immagine originale rispettato 1.85:1 (3840 x 2160/23.97p), codifica HEVC su BD-100 triplo strato. Da menù si sceglie la versione Theatrical o Director's cut, dove nella seconda entrano in scena gli elementi inizialmente scartati dal montaggio dell'86, anche se solo in lingua originale con sottotitoli. Superiore la capacità di porre ulteriore accento ai dettagli anche in secondo piano, ma proprio per questo ci si scontra con eccesso di risalto tanto da far sembrare ancora più posticci i fondali disegnati e i modellini in scala. Diversa anche la color correction con diverso carico a partire dai primari rosso, verde e blu.
Uno spettacolo con luci ancora più fedeli e una dinamica più ricca in virtù del Dolby Vision, raro in una produzione Disney. In assenza di compatibilità resta l'HDR-10. Neri con profondità ove concesso dagli effetti artigianali dell'epoca, come le proiezioni frontali e posteriori e tutto l'immaginario di quel sublime gruppo di tecnici (in testa il compianto Stan Winston) che contribuirono a far vincere l'Oscar per i Visual Effects (oltre a quello per gli effetti sonori e il montaggio audio). Solo per la Alien Queen fu realizzato un modello in scala alto oltre 4 metri, controllato da 16 burattinai (2 all'interno) per muovere braccia, testa, coda e mascella.
Aliens 4K - Come si sente
Per l'audio ritroviamo il Dolby Digital 5.1 italiano (640 kbps) che fatica molto a restituire una scena degna di questo nome, soprattutto alla luce delle nuove revisioni tecniche di cui ha beneficiato la colonna sonora originale. In tal senso il Dolby ATMOS (24 bit) inglese è un portento nell'ingaggiare l'impianto Home Theater, con transizioni dinamiche e travolgenti: anche il più piccolo elemento sonoro apparentemente di contorno può scatenare scariche di adrenalina e accendere un riflettore sull'incredibile lavoro di missaggio all'origine. In misura non dissimile dal DTS-HD Master Audio della passata pubblicazione Blu-ray i dialoghi sono più incisivi così come gli effetti, le musiche e la profondità di un subwoofer spesso aggressivo.
A conti fatti le limitazioni dell'audio restano il cruccio maggiore per l'appassionato italiano, con scelte evidentemente vincolate dalla produzione centralizzata. A ciò si aggiunga un'imperfezione nel parlato italiano al min 36.28” (cap. 9) il tenente Gorman dice “Seco-conda squadra avanti”; a 52.28” (cap. 12) il sergente Apone non pronuncia completamente la parola “Muoversi”. Stessa situazione sul BD-50 2K.
Aliens 4K - Una montagna di extra
I dischi UHD e Full HD offrono entrambe le versioni (accesso diretto alle scene aggiuntive), dove la Special Edition parte con una breve introduzione di James Cameron. C'è il commento audio (2003) del regista assieme a parte di cast e troupe; la colonna sonora isolata (sempre per la versione cinema e sempre Dolby Digital 5.1) è ascoltabile nella versione originale e in quella definitiva del maestro James Horner.
Sul terzo disco è presente una quantità industriale di materiali di approfondimento raccogliendo le produzioni recenti e anche le più lontane nel tempo. Segnaliamo in particolare un mega documentario con elementi d'archivio della durata di 185' minuti(!) dalla genesi dell'opera fino alla distribuzione; focus sul design del film (31'); gallerie video di pre-produzione; la pre-visualizzazione con video multi-angolo; casting e arte concettuale.
E ancora: montaggio delle scene eliminate; le telecamere da casco dei Marine (5'); gallerie fotografiche; archivio storyboard di pre-visualizzazione. Non mancano neppure tutti i supplementi prodotti in esclusiva per l'edizione LaserDisc statunitense più completa, con focus sui molteplici aspetti produttivi, la sceneggiatura, informazioni testuali e video. Inclusa galleria di trailer. Sottotitoli in italiano.