Apocalisse Z - L'inizio della fine, l'ottimo horror spagnolo di Prime Video
Scopriamo insieme un piccolo gioiello horror di produzione spagnola
È risaputo: gli spagnoli, con il genere horror ci sanno fare. Soprattutto quando si parla di creature sul genere zombie. Il 31 ottobre, Prime Video ci ha regalato per Halloween il film Apocalisse Z - L’inizio della fine, l’horror spagnolo film horror spagnolo diretto da Carles Torrens (Cites, Pet) sceneggiato da Ángel Agudo (Sweet Home) insieme a Manel Loreiro, autore della saga horror del 2007 da cui Apocalisse Z è tratto.
La trama di Apocalisse Z
Conosciamo Manel (Francisco Ortiz, Memento Mori) e la sua famiglia circa un anno prima che la pandemia causata da un nuovo virus inizi a sconvolgere l’Europa. Siamo a metà novembre 2024, quindi nell’immediato futuro, quando il virus muta e le cose iniziano a peggiorare. Disobbedendo agli ordini, Manel rifiuta di abbandonare la sua casa perché il cognato, militare, gli ha consigliato di non seguire l’esercito durante l’evacuazione. Da quel momento, Manel si trova a cercare di sopravvivere in una città che è diventata un incubo.
Tensione che cresce
Il ritmo di Apocalisse Z è perfetto: introduce personaggi in una situazione ordinaria, stravolge il loro equilibrio con un dramma e poi li immerge in un’atmosfera solitaria, ma da incubo.
La tensione narrativa cresce col passare dei minuti, in modo forse ancora più efficace rispetto al romanzo, che avevo trovato buono ma non eccelso, e anche quando gli zombie della situazione non sono ancora comparsi la suspense è davvero alta.
Ortiz è davvero molto bravo nel restituire il ritratto di un uomo comune alle prese con una situazione fuori dall’ordinario in un momento molto difficile della sua vita. Come nella miglior tradizione zombie, il film si concentra sul vero pericolo per chiunque riesca a sopravvivere: gli esseri umani.
La struttura di Apocalisse Z è molto classica: primo, secondo e terzo atto rispettano alla perfezione le tempistiche tipiche del genere, mentre - a dispetto di qualunque suo sforzo - Manel rimane quasi sempre da solo. Finisce per ritrovarsi solo in un mondo che è diventato spaventoso e pericoloso.
Gli splendidi paesaggi spagnoli, le molte sequenze in riva al mare e una fotografia molto curata restituiscono il perfetto contrasto fra un paesaggio incantevole e una situazione mostruosa.
Manel è il nostro riferimento morale in questo mondo mostruoso: nonostante tutto ciò che gli succede, non cambia se stesso. Non si adatta alla situazione, come accade di solito in questo genere di storie. Mantiene dritta la propria bolla morale, continuando a credere nei valori di sempre, valori che tutti gli altri ormai sembrano calpestare.
Il personaggio di Pritchenko (il sempre bravissimo José María Yazpik, Narcos) condivide nella versione italiana lo stesso doppiatore di Andrew Lincoln in The Walking Dead: sentire la voce di Rick Grimes conferisce all’atmosfera di Apocalisse Z quel tocco in più per restare impressa.
Ci sono tanti omaggi alle opere di Romero, principalmente a Zombi, ma anche la serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman ha fatto da riferimento visivo per il regista.
Un uomo e un gatto in fuga
Insieme all’inseparabile gatto Lucullo, vestigia della famiglia che non ha potuto portare con sé e probabilmente principale ragione di vita di Manel nella difficoltà - per il senso di responsabilità che comporta accudire un animale domestico - Manel ci guida. Lo seguiamo attraverso il Paese, dalla città ai boschi fino al mare, in un’avventura che trasforma le persone in mostri, e non necessariamente perché siano state infettate dal virus, mentre l’unico uomo degno di tale nome fa di tutto per restare fedele a se stesso.
Non è l’unico, però. Perché durante il suo viaggio nella speranza di raggiungere la sorella, Manel incontra diverse persone. Anche brave persone come lui, e sapere che altri sono rimasti quelli di prima. Uomini e donne appartenenti a un mondo che non c’è più, ma che in tutto questo orrore è consolante e dà speranza. Come nella migliore tradizione, romeriana, la speranza viene sempre e solo dalle persone. Dal modo in cui si comportano. Apocalisse Z non fa eccezione e fa passare in secondo piano la professione di Manel - avvocato - e tante altre vicende secondarie presenti nel romanzo e tagliate, in maniera certosina, dalla sceneggiatura del film. In attesa del prossimo capitolo.