Avengers: Infinity War
Dieci anni. Una decade che ha consacrato il cinecomic Marvel come leader indiscusso di questa fascia di mercato. Un’alchimia che ha funzionato (quasi) sempre, composta da ingredienti tutto sommato semplici: buoni contro cattivi, botte in CGI e momenti divertenti.
Una formula che è anche servita per far conoscere - e addirittura consacrare in alcuni casi - al grande pubblico personaggi di stampo minore rispetto ai più noti Cap, Iron Man e Thor; vi basti pensare a Ant-Man, I Guardiani della Galassia e non ultimo il sorprendente Pantera Nera.
Tutti questi ricordi, frammenti di film necessari ad unire un universo cinematografico portato avanti con meticolosa precisione da parte di Feige e soci, collidono all’interno di Avengers: Infinity War; prima parte del (dei, a questi punto) film che chiuderanno non solo la terza fase dell’MCU, ma un vero e proprio capitolo della storia di questo franchise allargato.
IL MATTO TITANO
Al centro di questa storia c’è ovviamente Thanos, il titano che possiede il guanto dell’infinito e punta a raccogliere tutte le gemme per portare a compimento il suo genocidio di massa. Un cattivo che, come raramente si è visto nei precedenti lungometraggi, incarna perfettamente lo spirito dell’antagonista: spietato, sprezzante e mosso da granitiche convinzioni. Ad animarlo c’è un super convincente Josh Brolin, pesantemente coperto da computer grafica, ma perfettamente riconoscibile in molte sue espressioni.
A contrapporsi al titano e alla sua combricola (per i conoscitori del fumetto, il famoso Black Order!) ci sono tutti gli eroi che abbiamo imparato a conoscere in questi dieci anni: Thor, Cap, Iron Man, Spider-Man, Falcon, Hulk, Pantera Nera, Doctor Strange, I Guardiani della Galassia e molti altri.
Una scommessa azzardata, quella di portare sullo schermo così tanti protagonisti, con un screen time che poteva veramente sbilanciare la pellicola e la sceneggiatura. Invece, i fratelli Russo riescono in una sorta di piccolo “miracolo” riuscendo non solo a rendere Avengers un film denso e pieno di ritmo dall’inizio alla fine, ma regalando una funzionalità e una dignità a ogni singolo eroe su schermo.
Ed è proprio in questa ottica che il film riesce a restituire ad ogni personaggio il suo momento epico, il suo momento da “show stealer” rendono così l’intero gruppo - agli occhi dello spettatore - importante in maniera eguale.
Questo è ovviamente merito anche di una regia e di una sceneggiatura che sembra aver imparato dal passato, cercando di rendere questo Infinity War l’unione di tutti gli spunti che sono piaciuti ai fan in questi anni, senza dimenticare tante sorprese che (come potrete immaginare) ci è stato chiesto di non svelarvi.
Nonostante la già citata presenza della CGI, la trama alterna momenti carichi di Pathos ad altri in cui le botte e le coreografie di combattimento prendono decisamente il sopravvento, esagerando come non mai (se siete amanti dei fumetti, in alcuni momenti vi assicuriamo che vi brilleranno gli occhi!).
A tutto questo si devono poi aggiungere le sequenze dove alcuni dei nostri eroi si incontrano per la prima volta, concretizzando i sogni di migliaia di fans dell'universo Marvel.
Certo, non si può negare che anche questa volta la presenza di una componente comica è tutt’altro che velata, ma anche questo fa parte di quell’alchimia di cui parlavamo poco sopra. Inoltre, nella maggior parte dei casi si sorride davvero di gusto, con la battuta mai realmente fuori posto eccezion fatta forse per un paio di occasioni.
Detto questo, la realtà è che Infinity War è esattamente il carrozzone Marvel che avete imparato ad amare/odiare in questi anni, tirato a lucido e abbellito per questa grande occasione. Se siete tra gli amanti di questo enorme circus, all’interno del lungometraggio dei Russo apprezzerete moltissime cose che - probabilmente - in passato sono mancate in alcuni film del franchise; se siete parte dei detrattori, difficilmente troverete spunti che vi faranno cambiare idea sulla pellicola, d’altronde ci troviamo davanti ad una versione “bigger and better” di quello che si è visto in tutti questi anni.
Pollice alto per i Russo, e per un film che è riuscito ad intrattenere, divertire e persino emozionare. Al momento siamo decisamente soddisfatti di quello che abbiamo visto, e non vediamo l’ora di sapere come questa storia andrà a finire, soprattutto grazie ad un finale per nulla banale e in grado (siamo pronti a scommetterlo) di sorprendere molti spettatori. Appuntamento a maggio del 2019!