Batman V Superman: Dawn of Justice
di
Roberto Vicario
Non é stato facile, immaginiamo, gestire l'enorme hype che si é generato attorno a Batman V Superman: Dawn of Justice. Ancora più difficile, probabilmente, é stato pensare e ragionare per la prima volta a lungo termine, in un ottica “marveliana” in cui tutto é collegato, tutto ha una continuity.
Per farlo, Warner e DC hanno deciso di affidarsi ancora una volta al regista di Man of Steel, Zack Snyder. Un regista sicuramente interessante, visionario, che ha masticato fumetti in grandi quantità e che con L'uomo d'acciaio aveva, si, diviso il pubblico, ma era anche riuscito a portate nuove prospettive e punti di vista nei confronti dei film DC. Abbiamo finalmente visto la pellicola in uscita proprio oggi, e siamo pronti a raccontarvi quelle che sono state le nostre emozioni e le nostre sensazioni.
Non é semplice recensire questo Batman V Superman: Dawn of Justice. L'opera di Snyder é un oggetto a tratti misterioso, volutamente (o forse inutilmente?) complesso e criptico, oscuro, molto più di Man of Steel e quasi ai livelli di Watchmen. Su questa brace che cerca di cuocere a puntino i quintali di carne che il regista di Green Bay propone senza soluzione di continuità al pubblico, si intravede e percepisce un punto di vista sicuramente interessante, una trama che ancora una volta punta l'occhio su una prospettiva differente, lontana da altri approcci del mondo cinematografico supereroistico, concorrenza compresa.
Dopo le conseguenze disastrose che Metropolis ha dovuto affrontare a seguito dello scontro tra Il Generale Zod (Michael Shannon) e Superman (Henry Cavill), la popolazione e le istituzioni si chiedo quanto possa essere pericoloso una vero e proprio Dio che ora aiuta la terra ma in qualsiasi momento potrebbe anche distruggerla. Tra adulatori e detrattori (che arrivano persino ad imbrattare la statua di Superman con la scritta “falso Dio”) si fa largo anche la figura di Bruce Wayne, meglio conosciuto come Batman (Ben Affleck). Il magnate di Gotham City trova pericolosa la figura del kryptoniano e cercherà, grazie alla sua tecnologia, di limitare questo suo enorme potere, arrivando all'inevitabile scontro. Sotto traccia si muovono anche altri personaggi che andranno a ricoprire ruoli di una certa importanza all'interno dell'intreccio narrativo, il filantropo e sfaccettato Lex Luthor (Jesse Eisenberg) e la conturbante e misteriosa Diane Price (Gal Gadot) meglio conosciuta come Wonder Woman.
Una storia che quindi pone l'accento su una versione ancora più elevata del concetto stesso di supereroe, in cui si assapora uno scontro epico tra un Dio (Superman) e l'uomo con la sua ambizione e la sua fragilità emotiva (Batman). Peccato però che tutto questo finisca qui, e dopo un incipit tutto sommato interessante (perfetto, quasi horror, il modo in cui viene introdotto il detective di Gotham) lo script naufraghi in un mare fatto di visionaria gestione delle sequenze visive.
Snyder ci offre delle immagini sicuramente interessanti dal punto di vista estetico. Superman viene proposto in maniera perfetta, spesso in una controluce a tratti divina, che si contrappone ad un Batman cupo e oscuro in versione giustiziere (si prende spunto da alcuni fumetti in cui uccide, e tanto!). Il regista però esagera, portando sullo schermo una regia frenetica, nervosa con tantissimi tagli non sempre realizzati in maniera perfetta e con tante immagini (dal sicuro impatto visivo) ma che lasciano più domande che risposte, andando a rendere ancora più confusa la scena.
Gran parte dell'insuccesso di questa pellicola é da attribuire anche ad una sceneggiatura che non decolla mai e che, assunto il fatto che alla fine si tratta di un grossissimo prologo per la Justice League che verrà, non spiega mai nulla, da quasi per scontato che alcuni passaggio non siano importanti e passa da una scena all'altra con una superficialità a tratti insopportabile. Un problema che nella filmografia di Snyder si é già visto più volte ma che in questa pellicola, senza entrare nel dettaglio onde evitare possibili spoiler, risulta troppo limitante e fastidioso.
Ah, ogni tanto si combatte in Batman V Superman: Dawn of Justice, e qui, forse, ci troviamo davanti ad una delle componenti meglio riuscite della pellicola. La presenza massiccia di CGI e esplosioni raggi laser, pur rendendo il tutto estremamente caotico, offre quello che la maggior parte del pubblico pensa di vedere leggendo il titolo sulla locandina del film, botte a destra e a sinistra, coreografate in maniera piuttosto convincente. Decisamente meno convincete la recitazione di buona parte del cast. Eisenberg é un ottimo attore ma purtroppo il carattere e la direzione che si é cercato di dare al Luthor da lui interpretato, non riesce mai a fare presa realmente. Un personaggio che, in alcuni passaggi, sembra fare la smorfia al Joker e a cui vengono affidati monologhi importanti, ben recitati ma che non riescono ad emozionare.
Quasi sorprendente Ben Affleck che nei panni del giustiziere mascherato convince, grazie sopratutto a delle movenze che sono palesemente ispirate al Batman di Rocksteady, e anche nel ruolo di Wayne, con i dovuti limiti riesce comunque a dare una certa definizione e profondità al suo personaggio. Henry Cavill invece non riesce ancora ad evolvere il suo Superman, rimanendo un Dio incompiuto, ancora incapace di trovare una vera definizione della sua esistenza, il problema é che non si intravede neanche lontanamente la definizione che gli si vuole dare. Ancora una volta invece quasi fastidiosa la presenza di Loise Lane. Piuttosto sprecati, perché convincenti, i personaggio di Alfred (Jeremy Irons) e di Wonder Woman, i due su cui nutriamo maggiori speranze per il futuro.
Insomma Batman V Superman: Dawn of Justice é un puro esercizio di stile artistico. Una serie di immagini che si susseguono come quadri di un museo che osservate singolarmente riescono anche ad ammaliare, ma che unite tra loro non raccontato una storia convincente, non emozionano e, cosa ancora più grave, non spiegano. Snyder ha scelto - ancora una volta - la strada dell'interpretazione, del dare per scontati alcuni passaggi per passare il più velocemente possibile alla “prossima immagine ricca di pathos”. Non può funzionare con Batman, nemmeno con Superman. Con tutto il rispetto che possiamo mostrare, non può bastare un semplice nome pronunciato per far nascere le fondamenta cinematografiche della sacra trinità DC…
Per farlo, Warner e DC hanno deciso di affidarsi ancora una volta al regista di Man of Steel, Zack Snyder. Un regista sicuramente interessante, visionario, che ha masticato fumetti in grandi quantità e che con L'uomo d'acciaio aveva, si, diviso il pubblico, ma era anche riuscito a portate nuove prospettive e punti di vista nei confronti dei film DC. Abbiamo finalmente visto la pellicola in uscita proprio oggi, e siamo pronti a raccontarvi quelle che sono state le nostre emozioni e le nostre sensazioni.
Falsi Dei a Metropolis
Non é semplice recensire questo Batman V Superman: Dawn of Justice. L'opera di Snyder é un oggetto a tratti misterioso, volutamente (o forse inutilmente?) complesso e criptico, oscuro, molto più di Man of Steel e quasi ai livelli di Watchmen. Su questa brace che cerca di cuocere a puntino i quintali di carne che il regista di Green Bay propone senza soluzione di continuità al pubblico, si intravede e percepisce un punto di vista sicuramente interessante, una trama che ancora una volta punta l'occhio su una prospettiva differente, lontana da altri approcci del mondo cinematografico supereroistico, concorrenza compresa.
Dopo le conseguenze disastrose che Metropolis ha dovuto affrontare a seguito dello scontro tra Il Generale Zod (Michael Shannon) e Superman (Henry Cavill), la popolazione e le istituzioni si chiedo quanto possa essere pericoloso una vero e proprio Dio che ora aiuta la terra ma in qualsiasi momento potrebbe anche distruggerla. Tra adulatori e detrattori (che arrivano persino ad imbrattare la statua di Superman con la scritta “falso Dio”) si fa largo anche la figura di Bruce Wayne, meglio conosciuto come Batman (Ben Affleck). Il magnate di Gotham City trova pericolosa la figura del kryptoniano e cercherà, grazie alla sua tecnologia, di limitare questo suo enorme potere, arrivando all'inevitabile scontro. Sotto traccia si muovono anche altri personaggi che andranno a ricoprire ruoli di una certa importanza all'interno dell'intreccio narrativo, il filantropo e sfaccettato Lex Luthor (Jesse Eisenberg) e la conturbante e misteriosa Diane Price (Gal Gadot) meglio conosciuta come Wonder Woman.
Una storia che quindi pone l'accento su una versione ancora più elevata del concetto stesso di supereroe, in cui si assapora uno scontro epico tra un Dio (Superman) e l'uomo con la sua ambizione e la sua fragilità emotiva (Batman). Peccato però che tutto questo finisca qui, e dopo un incipit tutto sommato interessante (perfetto, quasi horror, il modo in cui viene introdotto il detective di Gotham) lo script naufraghi in un mare fatto di visionaria gestione delle sequenze visive.
Snyder ci offre delle immagini sicuramente interessanti dal punto di vista estetico. Superman viene proposto in maniera perfetta, spesso in una controluce a tratti divina, che si contrappone ad un Batman cupo e oscuro in versione giustiziere (si prende spunto da alcuni fumetti in cui uccide, e tanto!). Il regista però esagera, portando sullo schermo una regia frenetica, nervosa con tantissimi tagli non sempre realizzati in maniera perfetta e con tante immagini (dal sicuro impatto visivo) ma che lasciano più domande che risposte, andando a rendere ancora più confusa la scena.
Gran parte dell'insuccesso di questa pellicola é da attribuire anche ad una sceneggiatura che non decolla mai e che, assunto il fatto che alla fine si tratta di un grossissimo prologo per la Justice League che verrà, non spiega mai nulla, da quasi per scontato che alcuni passaggio non siano importanti e passa da una scena all'altra con una superficialità a tratti insopportabile. Un problema che nella filmografia di Snyder si é già visto più volte ma che in questa pellicola, senza entrare nel dettaglio onde evitare possibili spoiler, risulta troppo limitante e fastidioso.
Ah, ogni tanto si combatte in Batman V Superman: Dawn of Justice, e qui, forse, ci troviamo davanti ad una delle componenti meglio riuscite della pellicola. La presenza massiccia di CGI e esplosioni raggi laser, pur rendendo il tutto estremamente caotico, offre quello che la maggior parte del pubblico pensa di vedere leggendo il titolo sulla locandina del film, botte a destra e a sinistra, coreografate in maniera piuttosto convincente. Decisamente meno convincete la recitazione di buona parte del cast. Eisenberg é un ottimo attore ma purtroppo il carattere e la direzione che si é cercato di dare al Luthor da lui interpretato, non riesce mai a fare presa realmente. Un personaggio che, in alcuni passaggi, sembra fare la smorfia al Joker e a cui vengono affidati monologhi importanti, ben recitati ma che non riescono ad emozionare.
Una storia che quindi pone l'accento su una versione ancora più elevata del concetto stesso di supereroe, in cui si assapora uno scontro epico tra un Dio e l'uomo
Quasi sorprendente Ben Affleck che nei panni del giustiziere mascherato convince, grazie sopratutto a delle movenze che sono palesemente ispirate al Batman di Rocksteady, e anche nel ruolo di Wayne, con i dovuti limiti riesce comunque a dare una certa definizione e profondità al suo personaggio. Henry Cavill invece non riesce ancora ad evolvere il suo Superman, rimanendo un Dio incompiuto, ancora incapace di trovare una vera definizione della sua esistenza, il problema é che non si intravede neanche lontanamente la definizione che gli si vuole dare. Ancora una volta invece quasi fastidiosa la presenza di Loise Lane. Piuttosto sprecati, perché convincenti, i personaggio di Alfred (Jeremy Irons) e di Wonder Woman, i due su cui nutriamo maggiori speranze per il futuro.
Insomma Batman V Superman: Dawn of Justice é un puro esercizio di stile artistico. Una serie di immagini che si susseguono come quadri di un museo che osservate singolarmente riescono anche ad ammaliare, ma che unite tra loro non raccontato una storia convincente, non emozionano e, cosa ancora più grave, non spiegano. Snyder ha scelto - ancora una volta - la strada dell'interpretazione, del dare per scontati alcuni passaggi per passare il più velocemente possibile alla “prossima immagine ricca di pathos”. Non può funzionare con Batman, nemmeno con Superman. Con tutto il rispetto che possiamo mostrare, non può bastare un semplice nome pronunciato per far nascere le fondamenta cinematografiche della sacra trinità DC…