Ben is Back

Accanto ai blockbuster e alle classiche produzioni natalizie, trova posto nell’attuale programmazione anche un film che parla del lato più difficile e oscuro dei rapporti familiari. Ed è un film che, per quanto difficile e duro, merita di essere visto. Ben is back  racconta una storia che, purtroppo, migliaia di famiglie vivono sulla propria pelle, perché parla del rapporto di un tossicodipendente in fase di recupero, con i propri cari, in particolare con la madre. Ben sta cercando di disintossicarsi presso un centro specializzato e pensa, contro il parere del suo sponsor, che tornare in famiglia per le vacanze di Natale possa essere in fondo una buona idea.

A fare da contraltare all’entusiasmo della madre (interpretata da una fantastica Julia Roberts), c’è lo scetticismo della sorella (Kathryne Newton) e del patrigno, che inizialmente rifiuta la presenza del ragazzo ma che poi decide di dargli fiducia. Purtroppo la vita di un ex tossicodipendente è perennemente in bilico e Ben non ha gli strumenti necessari per gestire la tensione familiare, e il ritorno alla sua vecchia città natale è accompagnata dalle inevitabili tentazioni della sua vecchia vita. A queste si aggiungono anche i sensi di colpa che accompagnano il giovane, per aver indirettamente causato la morte di una sua giovane amica. Un mix esplosivo che si consuma nel corso di una sola notte, mettendo a confronto Ben e sua madre, decisa a scoprire anche i lati più oscuri della vita del giovane figlio, alla ricerca di un più profondo senso di comunione.

Ben is Back è un film duro, che non fa sconti allo spettatore. Nei novanta minuti di pellicola vengono snocciolati tutti i peccati del protagonista, portando alla luce la difficoltà e le tensioni che una famiglia di trova costretta a vivere in una simile situazione. Ma il film di Peter Hedges è anche un atto di denuncia nei confronti di un sistema, quello americano, che da un lato consente ad un giovanissimo di poter assumere dosi importanti di ossicodone (è la sostanza che ha portato Ben alla dipendenza), per curare i postumi di un banale incidente, ma impedisce alle farmacie di vendere i kit di rianimazione per le vittime di overdose. Il film mette anche il punto su una situazione, quella degli stupefacenti, ormai senza controllo, ormai capace di catturare nelle sue spire anche i più squattrinati dei giovanissimi.

L’interpretazione di Julia Roberts è davvero magistrale e riesce a trasferire perfettamente allo spettatore tutta la gamma degli stati d’animo che si trova a vivere una madre dapprima felice di poter riavere a casa il proprio figlio, prima di sprofondare in un inferno ben lontano dalla sua apparentemente tranquilla vita familiare. Notevole anche la prova di Lucas Hedges (figlio del regista e candidato all’Oscar per Manchester by the sea), che porta sullo schermo tutti i dubbi, le incertezze e i sensi di colpa di chi cerca disperatamente di guadagnare nuovamente la fiducia delle persone care. Molto intelligente e asciutta anche la sceneggiatura che chiude l’intera vicenda in una sola, intensa, giornata. Il ritmo è serrato, i dialoghi mai troppo stereotipati ma, al contrario, colpisce duro quando è il momento giusto, ed è forse questo l’elemento più rimarchevole del film. Peccato forse per un finale troppo “verticale” che si chiude troppo in fretta, e in un modo che preferiamo non rivelare per lasciarvi il piacere della visione.