Bene ma non benissimo
Nell’ultimo periodo, la cinematografia italiana sembra aver puntato tutta la sua attenzione su un tema quanto mai importante come quello del bullismo, soprattutto in età preadolescenziale; e il film che Francesco Mandelli porta in sala il 4 aprile lo affronta raccontando la nascita di un’amicizia che supera persino i pregiudizi.
Candida Morvillo (Francesca Giordano) è una ragazzina un po’ paffuta, che vive con il padre Salvo (Rosario Terranova) da quando ha perso la madre. Costretta ad abbandonare Terrasini, in Sicilia, per permettere al padre di trovare lavoro si trasferisce a Torino, la città in cui vive il suo cantante preferito Shade. È così costretta ad affrontare la difficoltà dell’essere la ragazza nuova, ma Candida ha tutte le carte in regola per poter vincere ogni sorta di timore, forte e temeraria affronta ogni singola difficoltà con una disarmante ironia. Tra tutti i ragazzi nella sua classe a colpirla è il più introverso: Jacopo (Yan Shevchenko per la prima volta sullo schermo). Un ragazzo vittima di bullismo da parte dei compagni, isolato dal resto del contesto della classe, che farà di Candida la sua corazza. Questa amicizia però sarà anche contrastata dal padre del giovane Jacopo che non vede di buon occhio la ragazza per via della sua situazione economica.
Il sorriso si alterna alla profondità del dolore giocando su dei sentimenti che sono in grado di mostrare la bellezza dell’animo umano in tutte le sue sfaccettature, in tutti i suoi personaggi. Punti di forza del film sono sicuramente i suoi caratteri. Persino chi è in secondo piano apporta una modifica all’interno della narrazione, contribuendo a costruire un vasto frame del quotidiano. L’intera storia gioca su aspetti all’apparenza opposti, dualistici, ma che in realtà non fanno altro che rendere il tutto tridimensionale. Presenza e assenza sono, ad esempio, degli aspetti fondamentali che caratterizzano la famiglia di Candida e quella di Jacopo. Lei non ha più la madre, ma essa rivive in lei e nei suoi ricordi, è una figura quanto mai presente nella sua vita e nelle sue azioni. La madre di Jacopo è una madre più assente, che cerca di far in modo che il figlio possa temprare il suo carattere con le sue sole forze ed interviene poco nella vita del ragazzo; ma proprio grazie a Candida comprende come essere più presente nella vita del figlio.
Un soggetto scritto da Fabio Troiano e Vincenzo Terracciano, che ha subito delle modifiche da parte della regia, delle piccole chicche che hanno fatto in modo che il film potesse funzionare così bene. Francesco Mandelli ha raccontato come in realtà il personaggio di Candida in scrittura fosse un uomo, ma che in corso d’opera abbia ritenuto necessario raccontare il punto di vista di una donna, soprattutto in relazione al periodo che stiamo vivendo. E con una ragazza come Francesca Giordano a vestirne i panni l’obiettivo è sicuramente riuscito. “Tenera, ma cazzuta” come ha detto la stessa Francesca sono due degli aggettivi che l’accomunano a Candida. La ragazza il dolore lo conosce bene e sa come affrontarlo; con lei si mette in scena una forza d’animo disarmante che riesce a custodire una dolcezza profonda. Capace di abbattere le barriere più impenetrabili sconfigge la delicatezza fisica ed emotiva che invece caratterizza Jacopo. Mandelli riesce così a invertire anche gli stereotipi che generalmente coinvolgono gli ambiti del maschile e del femminile.
Il tutto viene coniugato da una divertente colonna sonora che tocca il punto clou con l’esibizione di Shade all’interno del film con la canzone omonima del film.
Bene ma non benissimo è una commedia leggera ma che, con consapevolezza, spinge il pubblico a riflettere su quella che è l’incidenza che ognuno di noi potrebbe avere nelle vite degli altri. Un film che andrebbe sicuramente far visto ai più giovani per far comprendere loro l’entità delle proprie azioni.