Big Game
di
Roberto Vicario
Il cinema americano ci ha regalato versioni davvero inedite del loro Presidente. Da quello freddo e calcolatore, a quello cattivo e con secondi fini, sino ad arrivare a quelli che si trovano ad affrontare le situazioni più assurde.
Il nuovo film diretto da Jalmari Helander, intitolato Big Game, ci mostra un'altra versione molto interessante del primo cittadino americano per eccellenza. Siete curiosi di sapere qual'é? continuate a leggere!
Oskari (il giovanissimo Onni Tommila) é un ragazzo finlandese di tredici anni che si trova a dover affrontare una sfida di maturità molto importante. Data la cultura della caccia in terra finlandese, la tradizione vuole che i ragazzi vadano nei boschi a cacciare con arco e frecce, e solamente dopo aver portato a casa una preda, si potrà dichiarare completato il rito di iniziazione nel passaggio dalla gioventù all'età adulta.
Peccato che sui quei cieli stia volando nello stesso momento l'Air Force One presidenziale, con il Presidente degli Stati Uniti (Samuel L. Jackson) a bordo. A causa di un attentato terroristico, l'aereo precipiterà in quella foresta, e da cacciatore il piccolo Oskari si trasformerà in protettore del Presidente stesso. Una collaborazione tanto improbabile quanto fondamentale per salvarsi da un gruppo di terroristi mercenari capitanati da Hazar (Mehmat Kurtulus) ed in combutta con il responsabile della sicurezza del Presidente, Morris (Ray Stevenson).
Nell'ora e mezza che compone la durata del film, le scene di azione si avvicendano in maniera quasi piacevole, grazie ad una serie di scelte che raramente annoiano, e che un paio di volte riescono anche a sorprendere per la loro originalità, come la discesa all'interno di un frigorifero.
Il problema, così da arrivare subito al punto della questione, é che Big Game pare un film senz'anima, in grado di non riuscire a trovare una vera e propria dimensione all'interno del genere action, che, volente o nolente, cita - anche involontariamente - con elementi che rimandano ai grandi classici del genere.
Se infatti da una parte troviamo quell'azione esagerata, irreale ma estremamente coinvolgente, alternata da quelle battute che spezzano il ritmo - in questo Jackson é un vero maestro - tipiche del “blockbusterone” estivo, dall'altra la violenza e il black humor che molte volte trasuda dai dialoghi sembra puntare maggiormente ad un pubblico più maturo e meno eterogeneo.
Il problema della pellicola di Helander si trasforma quindi in quel senso di incompletezza che lascia durante la sua visione. Un prodotto che ambisce ad essere il classico filmone dell'estate americano, ma senza osare, e con quella pacatezza più europea che nordamericana.
Una commistione che sembra non funzionare, a differenza di altri prodotti di genere che hanno saputo unire più elementi tra di loro rimanendo comunque molto eterogenei. Un peccato anche perché le interpretazione di Samuel L. Jackson e di Onni Tommila sono davvero ottime. Il primo esagerato e divertente, il secondo credibile nel suo ruolo da tredicenne che si trova catapultato all'interno di una situazione più grande di lui.
A questo poi fanno da sfondo una serie di location che rendono anche il contesto stesso decisamene d'impatto e ad ampio respiro, grazie anche ad una fotografia che sembra convincere sin dall'inizio.
Insomma, a mancare in questo Big Game é un indirizzo chiaro e preciso della direzione che si voleva intraprendere. Intendiamoci, il film in se, può anche essere divertente e godibile. Se siete amanti delle pellicole d'azione con quel pizzico di assurdo e no sense, questo prodotto potrebbe togliervi qualche soddisfazione. Al contrario, se siete alla ricerca di un film più completo in cui la trama seppur assurda, si poggia su basi solide e per di più accompagnate da una filosofia di montaggio e regia ben percepibile, allora Big Game non saprà divertirvi.
Rimane comunque il fatto, al di là di ogni tipologia di critica che si può muovere al regista o al film stesso, che in questa torrida estate, un po di leggerezza non é cosa affatto sgradita, ed in questo senso Big Game potrebbe persino centrare in pieno l'obiettivo. Se siete alla ricerca quindi di leggerezza e semplicità - pur consci di dover subire i limiti sopra descritti - allora questo potrebbe anche rivelarsi un film divertente… ma nulla di più.
Il nuovo film diretto da Jalmari Helander, intitolato Big Game, ci mostra un'altra versione molto interessante del primo cittadino americano per eccellenza. Siete curiosi di sapere qual'é? continuate a leggere!
Caccia aperta al Presidente
Oskari (il giovanissimo Onni Tommila) é un ragazzo finlandese di tredici anni che si trova a dover affrontare una sfida di maturità molto importante. Data la cultura della caccia in terra finlandese, la tradizione vuole che i ragazzi vadano nei boschi a cacciare con arco e frecce, e solamente dopo aver portato a casa una preda, si potrà dichiarare completato il rito di iniziazione nel passaggio dalla gioventù all'età adulta.
Peccato che sui quei cieli stia volando nello stesso momento l'Air Force One presidenziale, con il Presidente degli Stati Uniti (Samuel L. Jackson) a bordo. A causa di un attentato terroristico, l'aereo precipiterà in quella foresta, e da cacciatore il piccolo Oskari si trasformerà in protettore del Presidente stesso. Una collaborazione tanto improbabile quanto fondamentale per salvarsi da un gruppo di terroristi mercenari capitanati da Hazar (Mehmat Kurtulus) ed in combutta con il responsabile della sicurezza del Presidente, Morris (Ray Stevenson).
Nell'ora e mezza che compone la durata del film, le scene di azione si avvicendano in maniera quasi piacevole, grazie ad una serie di scelte che raramente annoiano, e che un paio di volte riescono anche a sorprendere per la loro originalità, come la discesa all'interno di un frigorifero.
Il problema, così da arrivare subito al punto della questione, é che Big Game pare un film senz'anima, in grado di non riuscire a trovare una vera e propria dimensione all'interno del genere action, che, volente o nolente, cita - anche involontariamente - con elementi che rimandano ai grandi classici del genere.
Se infatti da una parte troviamo quell'azione esagerata, irreale ma estremamente coinvolgente, alternata da quelle battute che spezzano il ritmo - in questo Jackson é un vero maestro - tipiche del “blockbusterone” estivo, dall'altra la violenza e il black humor che molte volte trasuda dai dialoghi sembra puntare maggiormente ad un pubblico più maturo e meno eterogeneo.
Il problema della pellicola di Helander si trasforma quindi in quel senso di incompletezza che lascia durante la sua visione. Un prodotto che ambisce ad essere il classico filmone dell'estate americano, ma senza osare, e con quella pacatezza più europea che nordamericana.
Una commistione che sembra non funzionare, a differenza di altri prodotti di genere che hanno saputo unire più elementi tra di loro rimanendo comunque molto eterogenei. Un peccato anche perché le interpretazione di Samuel L. Jackson e di Onni Tommila sono davvero ottime. Il primo esagerato e divertente, il secondo credibile nel suo ruolo da tredicenne che si trova catapultato all'interno di una situazione più grande di lui.
A questo poi fanno da sfondo una serie di location che rendono anche il contesto stesso decisamene d'impatto e ad ampio respiro, grazie anche ad una fotografia che sembra convincere sin dall'inizio.
Insomma, a mancare in questo Big Game é un indirizzo chiaro e preciso della direzione che si voleva intraprendere. Intendiamoci, il film in se, può anche essere divertente e godibile. Se siete amanti delle pellicole d'azione con quel pizzico di assurdo e no sense, questo prodotto potrebbe togliervi qualche soddisfazione. Al contrario, se siete alla ricerca di un film più completo in cui la trama seppur assurda, si poggia su basi solide e per di più accompagnate da una filosofia di montaggio e regia ben percepibile, allora Big Game non saprà divertirvi.
Rimane comunque il fatto, al di là di ogni tipologia di critica che si può muovere al regista o al film stesso, che in questa torrida estate, un po di leggerezza non é cosa affatto sgradita, ed in questo senso Big Game potrebbe persino centrare in pieno l'obiettivo. Se siete alla ricerca quindi di leggerezza e semplicità - pur consci di dover subire i limiti sopra descritti - allora questo potrebbe anche rivelarsi un film divertente… ma nulla di più.