Big Hero 6
Nelle notti della megalopoli di San Fransokyo, il giovane Hiro racimola una piccola fortuna sfruttando le sue geniali qualità di scienziato ed inventore per creare piccoli robot in grado di sbaragliare la concorrenza nei combattimenti clandestini delle bische cittadine. Suo fratello maggiore Tadashi riesce però a indirizzarlo verso "il laboratorio dei Nerd", lo strambo centro dell'attività universitaria dei suoi amici appassionati di scienza.
Quando un evento traumatico lo allontana dalla protezione fraterna, Hiro si ritrova a fare i conti con l'ultimo lascito di Tadashi: Baymax, un automa paffuto e coccoloso dietro cui si nasconde il primo operatore sanitario robotico. Mentre Baymax diventa una presenza costante al fianco del ragazzino, Hiro si riavvicina ai cinque amici del fratello con l'intento di far luce sul misterioso individuo mascherato che ha rubato la sua ultima invenzione.
Big Hero 6 é il ritorno natalizio della Disney nei cinema, un titolo che si sta rivelando il blockbuster silenzioso delle festività. Cinquantasei milioni di dollari all'esordio americano, nonostante l'attenzione dei media e del pubblico fosse concentrata su altre pellicole e l'obiettivo sempre più vicino di raggiungere i duecento milioni d'incasso casalingo prima del Natale. Spiegare questo successo inaspettato non é semplice, ma é evidente che l'acquisizione della Pixar ha messo a disposizione del canone Disney un vagone di affermati creativi, gli stessi nomi che ci hanno regalato negli ultimi decenni pellicole indimenticabili (guarda caso il produttore esecutivo é John Lasseter).
Eppure la carta vincente degli ultimi straordinari successi Disney sembra il ritorno alla tradizione del film natalizio per le famiglie, pieno di valori tradizionali, gag garbate e atmosfere positive. Big Hero 6 é l'esempio perfetto, un film evidentemente rivolto al pubblico più giovane e ai genitori che lo porteranno al cinema, senza dimenticare quelli che negli ultimi anni sono diventati valori fondamentali per qualsiasi major che voglia ottenere il plauso del pubblico.
Così il protagonista oggi ha fattezze asiatiche (forse un omaggio collegato al filone robotico in cui si inserisce il titolo?) ed é circondato da un gruppetto di universitari dai tratti somatici piuttosto variegati. Tra di loro non manca un personaggio femminile che rivendica per le donne una capacità decisionale e una forza d'animo da ammirare ("comportati da donna!" dice spesso a Hiro) e in generale l'amore per la scienza di cui il film si fa portatore non fa distizioni di genere.
Big Hero 6 non manca d'idee interessanti e spunti che nella Disney boccheggiante pre-Pixar sarebbero stati impensabili e sicuramente non annoierà gli adulti che faranno da accompagnatori o vorranno provare la pellicola in prima persona. Già l'idea di fondere San Francisco e Tokyo in un'unica megalopoli in cui architettura e culture si fondono rende la pellicola fresca e visivamente accattivante (così un funerale giapponese sostituisce la solita scena al cimitero per l'ennesimo protagonista orfano della casa del Topo), ma forse il tratto più distintivo ed interessante é la contrapposizione tra i fratelli Tadashi e Hiro, due geni molto differenti. Uno altruista e positivo, l'altro ancora più dirompente ma con una vena distruttiva tale che si trova sempre sul punto di passare al "lato oscuro della scienza", quasi rischiando un protagonista con una genesi da villain superoistico.
L'unico, forte rammatico é che, pur condividendo tematiche e motivi narrativi, Big Hero 6 non é che una copia sbiadita di un gioiello come Gli Incredibili. Con la sua capacità mimetica e il suo script che infila con noncuranza una sconvolgente serie di omaggi, citazioni e vere e proprie scopiazzature (nell'ordine: Angelic Layer, Neon Genesis Evangelion, Gli Incredibili e una scena di volo che giustificherebbe una denuncia di plagio dai creatori Dragon Trainer) Big Hero 6 é la genesi di un franchise perfetto per la commercializzazione di gadget e sequel, che dimostra cosa sia diventata la Disney oggi: uno straordinario frullatore in cui inserire gli spunti (interni o dei concorrenti) più riusciti sulla scena del cinema d'animazione contemporaneo, confezionando film sempre gradevoli su un paio di ottime intuizioni (Frozen ruotava tutto attorno a una canzone trascinante, Big Hero 6 a un design robotico che suscita tenerezza) e vincenti al botteghino.
Il prezzo di questo nuovo equilibrio però é stato il sacrificio dell'originalità: se la Pixar si addentra in un triste territorio di raschiature del barile, Disney non rischia mai più dello stretto necessario, confezionando bei film per giovanissimi che neppure si avvicinano alla meraviglia e alla qualità cinematografica dei classici del suo canone e della prima era Pixar. Così se Big Hero 6 é comunque un titolo consigliato a chi vuole portare i pargoli al cinema a Santo Stefano, non é certo un appuntamento imperdibile per i cinefili. Un vero peccato, dato che alla regia ci sono le menti di quel piccolo cult chiamato "Le Follie dell'Imperatore", artisti che proprio rompendo con la tradizione in passato hanno saputo regalarci film unici e indimenticabili.
Attenzione! Disney funziona sempre più come un corpo in piena simbiosi con le sue recenti acquisizioni Pixar, Marvel e Lucas Film. Questo solo per dirvi che vi conviene fermarvi in attesa della fine dei titoli di coda anche per pellicole come Big Hero 6, specie se siete degli estimatori del mondo Marvel.
Quando un evento traumatico lo allontana dalla protezione fraterna, Hiro si ritrova a fare i conti con l'ultimo lascito di Tadashi: Baymax, un automa paffuto e coccoloso dietro cui si nasconde il primo operatore sanitario robotico. Mentre Baymax diventa una presenza costante al fianco del ragazzino, Hiro si riavvicina ai cinque amici del fratello con l'intento di far luce sul misterioso individuo mascherato che ha rubato la sua ultima invenzione.
Big Hero 6 é il ritorno natalizio della Disney nei cinema, un titolo che si sta rivelando il blockbuster silenzioso delle festività. Cinquantasei milioni di dollari all'esordio americano, nonostante l'attenzione dei media e del pubblico fosse concentrata su altre pellicole e l'obiettivo sempre più vicino di raggiungere i duecento milioni d'incasso casalingo prima del Natale. Spiegare questo successo inaspettato non é semplice, ma é evidente che l'acquisizione della Pixar ha messo a disposizione del canone Disney un vagone di affermati creativi, gli stessi nomi che ci hanno regalato negli ultimi decenni pellicole indimenticabili (guarda caso il produttore esecutivo é John Lasseter).
Eppure la carta vincente degli ultimi straordinari successi Disney sembra il ritorno alla tradizione del film natalizio per le famiglie, pieno di valori tradizionali, gag garbate e atmosfere positive. Big Hero 6 é l'esempio perfetto, un film evidentemente rivolto al pubblico più giovane e ai genitori che lo porteranno al cinema, senza dimenticare quelli che negli ultimi anni sono diventati valori fondamentali per qualsiasi major che voglia ottenere il plauso del pubblico.
Così il protagonista oggi ha fattezze asiatiche (forse un omaggio collegato al filone robotico in cui si inserisce il titolo?) ed é circondato da un gruppetto di universitari dai tratti somatici piuttosto variegati. Tra di loro non manca un personaggio femminile che rivendica per le donne una capacità decisionale e una forza d'animo da ammirare ("comportati da donna!" dice spesso a Hiro) e in generale l'amore per la scienza di cui il film si fa portatore non fa distizioni di genere.
Big Hero 6 non manca d'idee interessanti e spunti che nella Disney boccheggiante pre-Pixar sarebbero stati impensabili e sicuramente non annoierà gli adulti che faranno da accompagnatori o vorranno provare la pellicola in prima persona. Già l'idea di fondere San Francisco e Tokyo in un'unica megalopoli in cui architettura e culture si fondono rende la pellicola fresca e visivamente accattivante (così un funerale giapponese sostituisce la solita scena al cimitero per l'ennesimo protagonista orfano della casa del Topo), ma forse il tratto più distintivo ed interessante é la contrapposizione tra i fratelli Tadashi e Hiro, due geni molto differenti. Uno altruista e positivo, l'altro ancora più dirompente ma con una vena distruttiva tale che si trova sempre sul punto di passare al "lato oscuro della scienza", quasi rischiando un protagonista con una genesi da villain superoistico.
L'unico, forte rammatico é che, pur condividendo tematiche e motivi narrativi, Big Hero 6 non é che una copia sbiadita di un gioiello come Gli Incredibili. Con la sua capacità mimetica e il suo script che infila con noncuranza una sconvolgente serie di omaggi, citazioni e vere e proprie scopiazzature (nell'ordine: Angelic Layer, Neon Genesis Evangelion, Gli Incredibili e una scena di volo che giustificherebbe una denuncia di plagio dai creatori Dragon Trainer) Big Hero 6 é la genesi di un franchise perfetto per la commercializzazione di gadget e sequel, che dimostra cosa sia diventata la Disney oggi: uno straordinario frullatore in cui inserire gli spunti (interni o dei concorrenti) più riusciti sulla scena del cinema d'animazione contemporaneo, confezionando film sempre gradevoli su un paio di ottime intuizioni (Frozen ruotava tutto attorno a una canzone trascinante, Big Hero 6 a un design robotico che suscita tenerezza) e vincenti al botteghino.
Il prezzo di questo nuovo equilibrio però é stato il sacrificio dell'originalità: se la Pixar si addentra in un triste territorio di raschiature del barile, Disney non rischia mai più dello stretto necessario, confezionando bei film per giovanissimi che neppure si avvicinano alla meraviglia e alla qualità cinematografica dei classici del suo canone e della prima era Pixar. Così se Big Hero 6 é comunque un titolo consigliato a chi vuole portare i pargoli al cinema a Santo Stefano, non é certo un appuntamento imperdibile per i cinefili. Un vero peccato, dato che alla regia ci sono le menti di quel piccolo cult chiamato "Le Follie dell'Imperatore", artisti che proprio rompendo con la tradizione in passato hanno saputo regalarci film unici e indimenticabili.
Attenzione! Disney funziona sempre più come un corpo in piena simbiosi con le sue recenti acquisizioni Pixar, Marvel e Lucas Film. Questo solo per dirvi che vi conviene fermarvi in attesa della fine dei titoli di coda anche per pellicole come Big Hero 6, specie se siete degli estimatori del mondo Marvel.