Blair Witch
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The Blair Witch Project. Un fenomeno pop senza precedenti, ad oggi tra i film che hanno generato più incassi in assoluto in proporzione ai costi. Da solo inventò il genere dei found footage e la pubblicità virale. Curioso come tale successo non abbia generato fiotti di seguiti e forse la colpa é di quel primo tentativo chiamato Il libro segreto delle streghe - Blair Witch 2, fallito così miseramente da scoraggiare ogni altro sequel. Almeno fino ad oggi. Eccoci così a parlarvi di Blair Witch, diretto da Adam Wingard e scritto da Simon Barrett, visti all'opera in V/H/S o The Guest, per citarne un paio.
Vent'anni dopo i tragici eventi narrati in The Blair Witch Péroject, che hanno visto la scomparsa di un gruppo di ragazzi nella foresta di Burkittsville, il fratello di una di loro trova delle prove legate alla sua sparizione. Accompagnato da 3 suoi amici, decide così di tornare in quel misterioso luogo, sperando di scoprire finalmente che cosa sia realmente accaduto a quella sventurata spedizione. Ma Adam Wingard e Simon Barrett volevano omaggiare il primo film facendo un nuovo found footage horror, e quindi abbiamo una delle protagonista che vuole girare, guarda caso, un documentario su questa spedizione. La tecnologia si é evoluta nel tempo, fortunatamente, e invece di portarsi dietro delle camere a mano in bassa risoluzione e tutte traballanti, i nostri protagonisti indossano sull'orecchio delle action-cam grandi come auricolari bluetooth e si portano dietro un drone. Questi accorgimenti hanno permesso al regista di sbizzarrirsi con le riprese, senza doversi preoccupare di dover giustificare come sia possibile che ci sia in ogni momento una telecamera accesa, pronta a registrare qualsiasi evento accada agli sventurati protagonisti.
Il film parte con un buono spunto, e ci mostra il gruppo di amici guidati da due giovani locali, avventurarsi nella foresta, aggirando alcuni cliché del genere, con una certa esplicita consapevolezza. Il ritmo non é molto sostenuto, ma l'atmosfera sembra funzionare e lo stesso vale per lo stile di ripresa. A inizio proiezione abbiamo insomma la sensazione che regista e sceneggiatore conoscano bene il mezzo che hanno scelto di utilizzare, i suoi limiti e difetti più classici, e che sappiano come giocarci.
Purtroppo questa sensazione svanisce rapidamente nella seconda metà, quando le cose iniziano ad andare male per i nostri eroi. In un tripudio di eventi poco sensati, personaggi che si comportano in modo assurdo ma soprattutto scelte registiche banali e poco efficaci, Blair Witch crolla su se stesso, perdendo ogni mordente. Idee potenzialmente buone, scadono rapidamente, vittime della più classica goffaggine da found footage horror, come le riprese incomprensibili che dovrebbero spaventarci, ma in realtà riescono solo ad irritare lo spettatore. L'apoteosi la raggiunge il finale, che per un attimo ci ha fatto sperare nelle sue capacità di risollevare le sorti della pellicola, per poi invece franare nella banalità e prevedibilità più assoluta.
Uno dei punti forti di The Blair Witch Project fu la capacità degli attori di rendere quanto accadeva su schermo credibile e spaventoso, tanto che molta gente all'epoca era convinta di star vedendo davvero delle riprese recuperate in un bosco. Purtroppo questo seguito non riesce minimamente a seguirne le orme, e sceglie degli interpreti solo bravini, sicuramente non aiutati da una sceneggiatura piatta e scarsamente efficace, che, come detto, dopo uno spunto iniziale riuscito, scade nella banalità totale. C'é davvero poco da salvare in questo seguito, che fa solo poco meglio di quell'agglomerato senza senso che fu Il libro segreto delle streghe - Blair Witch 2.
Il rispetto per l'originale e la volontà di omaggiarlo si notano, ma il risultato é sfuggito di mano e alla fine non riesce nemmeno nel suo intento più basilare, ovvero spaventare lo spettatore, che più probabilmente salterà sulla sedia per i click a volume altissimo emesso dalle telecamere ogni volta che vengono accese, piuttosto che per le apparizioni del mostro. Ma non doveva essere una strega? Non chiedetecelo, non abbiamo capito nemmeno noi.
Black Dude Dies First
Vent'anni dopo i tragici eventi narrati in The Blair Witch Péroject, che hanno visto la scomparsa di un gruppo di ragazzi nella foresta di Burkittsville, il fratello di una di loro trova delle prove legate alla sua sparizione. Accompagnato da 3 suoi amici, decide così di tornare in quel misterioso luogo, sperando di scoprire finalmente che cosa sia realmente accaduto a quella sventurata spedizione. Ma Adam Wingard e Simon Barrett volevano omaggiare il primo film facendo un nuovo found footage horror, e quindi abbiamo una delle protagonista che vuole girare, guarda caso, un documentario su questa spedizione. La tecnologia si é evoluta nel tempo, fortunatamente, e invece di portarsi dietro delle camere a mano in bassa risoluzione e tutte traballanti, i nostri protagonisti indossano sull'orecchio delle action-cam grandi come auricolari bluetooth e si portano dietro un drone. Questi accorgimenti hanno permesso al regista di sbizzarrirsi con le riprese, senza doversi preoccupare di dover giustificare come sia possibile che ci sia in ogni momento una telecamera accesa, pronta a registrare qualsiasi evento accada agli sventurati protagonisti.
Il film parte con un buono spunto, e ci mostra il gruppo di amici guidati da due giovani locali, avventurarsi nella foresta, aggirando alcuni cliché del genere, con una certa esplicita consapevolezza. Il ritmo non é molto sostenuto, ma l'atmosfera sembra funzionare e lo stesso vale per lo stile di ripresa. A inizio proiezione abbiamo insomma la sensazione che regista e sceneggiatore conoscano bene il mezzo che hanno scelto di utilizzare, i suoi limiti e difetti più classici, e che sappiano come giocarci.
Purtroppo questa sensazione svanisce rapidamente nella seconda metà, quando le cose iniziano ad andare male per i nostri eroi. In un tripudio di eventi poco sensati, personaggi che si comportano in modo assurdo ma soprattutto scelte registiche banali e poco efficaci, Blair Witch crolla su se stesso, perdendo ogni mordente. Idee potenzialmente buone, scadono rapidamente, vittime della più classica goffaggine da found footage horror, come le riprese incomprensibili che dovrebbero spaventarci, ma in realtà riescono solo ad irritare lo spettatore. L'apoteosi la raggiunge il finale, che per un attimo ci ha fatto sperare nelle sue capacità di risollevare le sorti della pellicola, per poi invece franare nella banalità e prevedibilità più assoluta.
Lasciate in pace la strega
Uno dei punti forti di The Blair Witch Project fu la capacità degli attori di rendere quanto accadeva su schermo credibile e spaventoso, tanto che molta gente all'epoca era convinta di star vedendo davvero delle riprese recuperate in un bosco. Purtroppo questo seguito non riesce minimamente a seguirne le orme, e sceglie degli interpreti solo bravini, sicuramente non aiutati da una sceneggiatura piatta e scarsamente efficace, che, come detto, dopo uno spunto iniziale riuscito, scade nella banalità totale. C'é davvero poco da salvare in questo seguito, che fa solo poco meglio di quell'agglomerato senza senso che fu Il libro segreto delle streghe - Blair Witch 2.
Blair Witch commette tutti gli errori più banali dei found footage
Il rispetto per l'originale e la volontà di omaggiarlo si notano, ma il risultato é sfuggito di mano e alla fine non riesce nemmeno nel suo intento più basilare, ovvero spaventare lo spettatore, che più probabilmente salterà sulla sedia per i click a volume altissimo emesso dalle telecamere ogni volta che vengono accese, piuttosto che per le apparizioni del mostro. Ma non doveva essere una strega? Non chiedetecelo, non abbiamo capito nemmeno noi.