Blink: il documentario su Disney+ che tutti dovrebbero vedere

Un viaggio insieme a una famiglia che diventa un po' la nostra

di Chiara Poli

Blink è il film documentario di National Geographic disponibile dal 17 dicembre su Disney+ in lingua originale con i sottotitoli italiani. Racconta la storia vera di una famiglia canadese, seguita dai media di tutto il mondo.

La trama di Blink


Édith Lemay e il marito Sébastien Pelletier hanno 4 figli e vivono a Montreal, in Canada. Quando Mia, la primogenita, aveva appena 3 anni notarono che aveva dei problemi alla vista.

I Pelletier scoprono che 3 dei loro 4 figli - Mia, che ora ha 11 anni, Lèo di 9, Colin di 6 e Laurent di 4 - hanno una rara malattia genetica, la retinite pigmentosa, che li priverà della vista.

Dopo la difficoltà di accettare la diagnosi, e soprattutto l’impotenza per non poter fare nulla per evitarlo, quando un medico consiglia loro di “riempire la memoria visiva” dei bambini sfogliando le pagine di un’enciclopedia per mostrare come sono fatti, per esempio, gli animali in Africa, Édith e Sébastien decidono che la realtà sarebbe molto meglio delle foto. Così, grazie alla vendita di alcune azioni, i Pelletier mettono in pausa le loro vite e partono tutti e 6 per un viaggio attorno al mondo, lungo 1 anno, seguiti dai documentaristi di National Geographic che regalano anche a noi la condivisione di un’esperienza straordinaria.

I documentari insegnano, alcuni più di altri


Tutti i documentari, specialmente quelli firmati da National Geographic, hanno qualcosa da insegnarci. Alcuni, però, come nel caso di Blink, contengono messaggi più importanti e profondi.

I Pelletier raccontano cosa significa affrontare una diagnosi, dover far pace con la rabbia prima e la tristezza poi, imparare a convivere con la consapevolezza che le vite che avevano immaginato per i loro figli saranno diverse.

La grande avventura che regalano alla loro famiglia è fonte d’ispirazione, ma soprattutto di forza.

Una donna nata in una foresta pluviale, in un mondo che con quello da cui vengono i Pelletier non ha niente in comune, racconta loro della malattia del padre e conclude, semplicemente:

“Cos’altro possiamo fare se non accettarlo?”.

La semplicità di quelle parole racchiude l’universalità dell’esperienza raccontata da Blink, ma anche il modo vincente di affrontare qualsiasi diagnosi: quello di far tesoro del tempo che resta.

Non tutti potranno fare ciò che questa famiglia che imparerete ad amare ha potuto fare, certo. Quei ragazzini hanno già fatto ciò che la maggior parte di noi non farà mai. Io no di certo, avendo avuto le mie diagnosi da affrontare.

Ma vivere la loro avventura - disavventure incluse, con un’esperienza che spaventerebbe uomini grandi e grossi, figuriamoci dei bambini - in un certo senso ci permette di fare questo viaggio insieme a loro.

Con un budget da 200 dollari al giorno per 6 persone - i Pelletier non sono ricchi, ed erano pronti a vendere le auto e affittare la loro casa per fare il viaggio - Blink ci regala dei ricordi che non hanno prezzo. Per i Pelletier ma anche per noi.

Una lista dei desideri

Le destinazioni sono state scelte in base ai desideri di ciascun membro della famiglia: una lista di desideri guida il viaggio, nient’altro. Come racconta Edith, un bambino di 6 anni non sa quale Paese vorrebbe visitare. Ma sa cosa vorrebbe fare. Così come lo sanno tutti i bambini, e tutti gli adulti.

Esprimere un desiderio, certe volte, basta a pensare di poterlo realizzare. Esprimerne due e realizzarne uno ha lo stesso valore, è una delle cose che s’imparano guardando Blink. Insieme a molte altre.

Scoprirete che in certe parti del mondo ci vogliono più di 10 ore per risolvere un’emergenza.

Vedrete la lingua universale dei bambini, che si capiscono a prescindere dalla possibilità di parlarsi.

Tornerete a un mondo che non c’è più: il mondo prima di internet, dei computer, degli smartphone e dei social network, in cui si legava semplicemente giocando insieme.

Seguirete il percorso di una famiglia, senza perdervi nulla - paure, pianti, stanchezza, lacrime - perché nulla viene precluso al vostro sguardo.

E forse, se starete molto attenti alle immagini e alle parole, imparerete cosa significa davvero fuggire dalla realtà e tornarci. Per affrontare un futuro inevitabile, ma sopportabile se lo si affronta insieme.