Boy Kills World: quando il doppiaggio snatura un film, distruggendone il senso

Alla scoperta di un film che è un vero e proprio caso: va visto solo in lingua originale

di Chiara Poli

Non capivo come fosse possibile. Un cast del genere in un film così cheap? Ma era sono un equivoco: ignara che lo trasformasse in un film differente, ho iniziato a vedere Boy Kills World - su Prime Video dal 27 maggio - doppiato. Grave, gravissimo errore.

La trama di Boy Kills World


In un futuro non molto lontano, la spietata dittatrice Hilda Van Der Koy (Fame Janssen, X-Men) giustizia a suo piacimento, durante una cerimonia chiamata “La selezione”, i suoi oppositori politici e chiunque si opponga, anche solo a parole, al suo regime. Uomini, donne e bambini. Un ragazzino rimasto solo, e senza nome - lo chiamano semplicemente Boy (ragazzo), viene addestrato in modo molto duro dallo Sciamano (Yayan Ruhian, The Raid) per vendicarsi e uccidere Hilda. Ma quando arriva il momento della resa dei conti, le cose non sono come Boy aveva sempre pensato…

Quando il doppiaggio inganna: il caso Boy Kills World


I primi venti minuti sono quasi imbarazzanti. Boy Kills World non è originale (una storia vista mille volte), non è serio (vira al trash fin dal primo istante), ma purtroppo non è neanche divertente. Nel senso che non intrattiene, infastidisce. Non si vergogna di non stare in piedi, di buttare lì regole ed eventi a caso, di aver assemblato pezzi di Kill Bill, Hunger Games e L’Implacabile e di essere una versione maldestramente allungata del cortometraggio da cui nasce.

Ed è un peccato perché, se avesse preso più sul serio il suo stile vagamente fumettistico, vagamente perché sembra più trash che comics finché capisci che è un videogame, sarebbe stato più interessante. Invece è  ridondante. Cheap. Proprio come un film che non va molto oltre le idee di un cortometraggio (appunto). A questo punto resta da capire come mai Bill Skarsgård (It, Castle Rock) e Michelle Dockery (Downton Abbey, The Gentlemen) si siano interessati al copione. Arrivando ad accettare di recitare in questo film.

E allora, scervellandoci, ci arriviamo: salta subito agli occhi - pardon, alle orecchie - un doppiaggio di bassissimo livello. Come se fosse improvvisato. A cominciare dalla voce - interiore, lui è sordomuto - assegnata al protagonista (molto più acuta e meno ironica di quella reale), allo sciamano e alla sorella, una bambina con una voce così stridula da risultare fastidiosa. Ma c’è anche altro, il soldato in città, i personaggi secondari. Ci sono doppiatori bravi, come Gianluca Crisafi (che interpreta Basho rendendogli giustizia), ma nel complesso siamo davvero a livelli diversi da quelli a cui siamo, più che abituati, ormai assuefatti. Capite bene che basta una parola fuori posto a far scattare il campanello d’allarme.

In lingua originale, Boy Kills World è un altro film. I riferimenti ai videogame sono molto più evidenti (e riusciti). Il ritmo regge, l’intrattenimento compare come per magia, l’intento narrativo appare decisamente più chiaro e delineato. E il divertimento arriva.

Se non avessi cambiato lingua, probabilmente avrei dato 4 a questo film. Ma per fortuna ho visto solo la prima mezz’ora scarsa in italiano. La ragazzina è perfetta, Boy è ironico e il film intrattiene a dovere.

Ecco spiegato il cast. Benché ormai siano anni che a Famke Janssen non si muova più nulla sul viso, rendendo grottesche le sue interpretazioni, qui la cosa ci fa gioco. Buon per lei.

Un altro elemento a favore del 7 che ha meritato Boy Kills World.

Uno scenario visivo ricco, pieno di citazioni e omaggi nascosti


Le armi del film sono creative e originali, ci sono delle uccisioni rituali e simboliche che colgono nel segno, i combattimenti sono ottimamente orchestrati e sì, s’intuisce subito la struttura da videogame, un livello dopo l’altro fino al boss finale. Che combatte in infradito, perché Boy Kills World - titolo parodia del celebre Boy Meets World, ovvero la serie TV Crescere che fatica - fa attenzione a ogni dettaglio, per ingannare e depistare. Per sorprendere e stupire, anche all’interno di uno schema narrativo già visto e più che familiare al grande pubblico.

Fra gli omaggi ai film già citati prima, che non sono assemblati ma appunto omaggiati, in un film di fantascienza in cui il frequente futuro dispotico diventa un action movie distopico con tanta ironia.

Certo: divide. Perché anche chi l’ha visto in lingua originale forse non ha apprezzato davvero le numerose citazioni, da Memento a John Wick (nella cui saga ha recitato l’interprete dello Sciamano), da Scott Pilgrim vs. the World a District 9.

Ma l’omaggio a un futuro in cui la giustizia trionfa a vari livelli, con tanto di scena post-credits in stile Marvel, non può avere un vero senso, se non con l’affermazione che i legami più antichi sono anche quelli che ci tengono in vita al momento opportuno.